66 minuti con l’uomo in più non bastano per evitare la sesta sconfitta filata. Il Basilea passa con il minimo sforzo contro un Lugano che non riesce a reagire. Tami a rischio?
La fotografia del momento difficile del Lugano sta tutta negli ultimi venti minuti della prima frazione. L’espulsione diretta comminata a Suchy al 24′ per fallo da ultimo uomo su Gerndt era l’occasione giusta per dare una scossa. Invece, come oramai d’abitudine i bianconeri non riescono a reagire a uno svantaggio. D’accordo, di fronte c’è il Basilea, ma non centrare la porta nemmeno una volta per quarantacinque minuti, diciamolo chiaramente, non è normale. Se si pensa di raccontare di continuo favole dichiarando di giocare meglio degli avversari senza conquistare alcunché di positivo, bisogna cambiare disco, e anche registro. Per la cronaca, i renani hanno chiuso la prima parte in vantaggio per merito di Elyounoussi, lasciato solo a centro area di calciare e battere un incolpevole Kiassumbua.
La chiave di Wicky per la ripresa è chiara: difesa a oltranza e veloci ripartenze in contropiede. La seconda parte non è recepita in modo ottimale dai rossoblù, ma la prima sì. Nonostante un dominio territoriale da parte dei padroni di casa e un paio di pericoli verso la porta di Vaclik, i renani non soffrono più di quel tanto, difendono egregiamente e portano a casa una vittoria preziosa in ottica secondo posto. E il Lugano? Poco o niente, a dire il vero. Si registrano un tiro direttamente su Vaclik di Junior e una conclusione più pericolosa di Sabbatini, su cui il portiere ceco si distende e respinge. Oltre un’ora con l’uomo in più non basta: la barca ticinese, giunta alla sesta battuta d’arresto filata, sta andando a picco. La contemporanea vittoria del Sion a Losanna dimezza lo scarto dall’ultimo rango. La scossa tanto attesa non c’è stata: Tami sta rischiando il posto?