Lugano, l’analisi post-Inter: a preoccupare ora non sono le palle alte, bensì le conclusioni da fuori area

scritto da Claudio Paronitti

La partita con l’Inter, valida per la Casinò Lugano Cup 2019, ha mostrato un Lugano tanto, forse troppo, rispettoso del più blasonato avversario, che ne ha approfittato, chiudendo la pratica nella prima frazione di gioco

Se alla vigilia le preoccupazioni del Presidentissimo Angelo Renzetti erano tutte, o quasi, concentrate sulla tenuta della difesa sulle palle alte («se subiamo gol di testa mi arrabbio», aveva notato sabato nel corso della conferenza stampa di presentazione il patron), ora a venir cerchiate in grassetto e in rosso sono le conclusioni dalla distanza concesse a chi ci si trova di fronte.

Le due reti dei nerazzurri sono infatti giunte con altrettanti tiri (imparabili per un encomiabile e decisivo Noam Baumann) scagliati verso la porta bianconera. Il lavoro che attende mister Fabio Celestini nella settimana entrante, l’ultima di avvicinamento alla nuova stagione agonistica, dovrà essere incentrato su questo aspetto, ossia evitare di lasciare troppo spazio agli avversari di calciare da una posizione invitante.

Il calcio d’estate dev’essere preso per quello che è. L’importante è riuscire a trovare l’alchimia giusta tra i vari componenti della rosa. Il fattore coesione risulta, in ogni istante dell’anno, di fondamentale importanza. Tutti gli elementi di un roster devono guardare al medesimo obiettivo, sapendo di darsi una mano a vicenda nel momento del bisogno. E su ciò i bianconeri hanno dimostrato, pur non brillando ancora particolarmente nella manovra, di percorrere la strada giusta. La via per il successo sarà ancora molto lunga e solo il futuro prossimo ci dirà se le sensazioni estive miglioreranno o coinvolgeranno anche le prime uscite ufficiali del nuovo campionato.

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