Lugano, l’analisi post-Lucerna: la premiata ditta Gerndt-Junior è la perfetta reincarnazione dell’Osteria da Gianni e Armando

scritto da Claudio Paronitti

La meritata vittoria casalinga di misura con il Lucerna ha portato a dieci le partite filate del Lugano senza conoscere la parola sconfitta

Il successo, timbrato dalla fantasia balistica di Alexander Gerndt, ha permesso ai bianconeri di aggrapparsi al terzo gradino del podio dietro alle inarrivabili Young Boys e Basilea. Lo svedese è entrato nel tabellino dei marcatori per l’ottava volta in stagione. La sua perla su punizione dai venticinque metri è stata il riconoscimento di un lavoro alacre e minuzioso, che sta dando i suoi frutti con prestazioni eccellenti, alle quali si uniscono anche alcune imbucate “da tre punti”.

Assieme allo scandinavo v’è da notare l’estrema voglia di gonfiare la rete da parte di Carlinhos Junior. Stavolta, il brasiliano, dopo due doppiette consecutive e tre incontri filati in cui ha colpito a salve, è rimasto all’asciutto. Nonostante un paio di buone occasioni, terminate a lato di poco la prima e tra le braccia di David Zibung la seconda, il carioca non è riuscito a gioire.

Volendo fare un confronto con il recente passato, si può paragonare la premiata ditta formata dal lungagnone nordico e il fantasista sudamericano al duo Ezgjan Alioski-Armando Sadiku, che ha portato per la prima volta in Europa la squadra bianconera dopo un’interminabile assenza di 15 anni. L’Osteria macedone-albanese si è divisa con la conquista della fase a gironi della seconda competizione continentale. Ma se Gianni si è imposto in quel di Leeds, per il nativo di Elbasani la sfortuna ha giocato un ruolo assai crudele.

Il ritorno allo Zurigo, che lo aveva immediatamente ceduto al Legia Varsavia, unito all’ingaggio da parte del Levante e il tremendo infortunio di cui è rimasto vittima, non hanno giovato alla sua carriera. Da lì, il rientro a Lugano (senza il partner dei sogni ticinesi Alioski) per dimostrare di saper reagire di fronte alle avversità fisiche. Sabato sera a Thun toccherà proprio all’affamato 27enne balcanico guidare il fronte offensivo luganese. La squalifica comminata a Gerndt per raggiungimento del secondo numero minimo di cartellini gialli (8) “dona” gratuitamente una grande chance ad Armando di mettersi in mostra e trovare quella rabbia agonistica necessaria che fa pendere l’ago della bilancia dalla sua parte.

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