Lugano, l’analisi post-Neuchâtel Xamax: poche idee e gioco sempre più latitante, così non si può proprio andare avanti

scritto da Claudio Paronitti

La meritata sconfitta patita ieri pomeriggio con il Neuchâtel Xamax è il chiaro segnale che la situazione a Lugano è più grave di come la si vuole dipingere

Se il pessimo primo tempo con i rossoneri sembrava l’esatta replica di quello di sette giorni prima con il Lucerna, la ripresa è stata decisamente diversa. Chi si attendeva un arrembaggio con l’obiettivo si recuperare lo svantaggio e ricucire lo strappo con gli avversari è rimasto deluso fino in fondo. La mancanza di idee, un gioco che latita sempre più e una velocità di esecuzione e di pensiero alquanto tartarughesca sono solo alcuni fattori che hanno fatto in modo che i bianconeri subissero ogni evento che si proponeva davanti a loro.

Con quello con la banda guidata da Joël Magnin, che ha trovato il primo successo alla nona occasione utile (!), i ticinesi hanno inanellato l’incontro numero 8 (nella sola Raiffeisen Super League) senza l’ombra di una vittoria. Un periodo che si sta prolungando assai e che non ha alcuna intenzione di vedere la sua conclusione. I sottocenerini sono a un passo dal cadere senza possibilità di rialzarsi. E allora come si (re)agisce, soprattutto se si pensa che, con l’atteggiamento mostrato con i neocastellani, difficilmente si farà risultato contro Dynamo Kiev e Sion?

L’aspetto mentale aiuta anche le gambe a muoversi di conseguenza. Questo è ciò che, in estrema sintesi, aveva affermato Fabio Celestini prima di intraprendere la trasferta infrasettimanale di Ginevra. È sulla testa che occorre intervenire, e non solo a parole. Perché il tempo delle «belle frasi» è agli sgoccioli e forse è anche terminato. Ora come ora contano solamente i fatti. E i fatti raccontano di un Lugano incapace di conquistare la posta piena da più di due mesi. Un immagine molto preoccupante, soprattutto per le ambizioni professate a inizio stagione…

Leggi anche questi...