Lugano, l’analisi post-Pescara: meglio la ripresa della prima parte

scritto da Claudio Paronitti

Il secondo test amichevole della preparazione invernale ha dato parecchi riscontri positivi a mister Pierluigi Tami soprattutto nella seconda frazione di gioco

Una considerazione preliminare va però fatta: il Pescara guidato da Zdenek Zeman riprenderà le ostilità già sabato pomeriggio, quando volerà in Puglia per affrontare i rossoneri del Foggia, formazione che proprio il tecnico boemo ha portato all’esaltazione con il suo gioco spumeggiante – da qui la definizione “Zemanlandia” – oramai trent’anni fa (correva infatti la stagione 1986-1987).

Il Lugano, invece, è in piena fase di preparazione. Gli allenamenti sono ripresi dieci giorni or sono e, dopo tre settimane di sosta, c’è da recuperare la condizione, atletica e mentale. Per questo motivo, la battuta d’arresto alla quale sono andati incontro i bianconeri è da prendere con la giusta cautela. Nel senso che, se da un lato sono stati subiti tre gol e messi a segno solamente uno, dall’altro occorre sottolineare come le marcature degli abruzzesi siano giunte un po’ per caso. In particolar modo nella ripresa, quando i ticinesi hanno espresso il loro miglior gioco.

Scesi in campo con due undici completamente diversi nei due periodi, i sottocenerini si sono mostrati un po’ troppo timidi nei primi quarantacinque minuti, nel corso dei quali non sono riusciti a impensierire il portiere avversario Vincenzo Fiorillo che, in effetti, non si è sporcato i guanti per effettuare una parata. Discorso differente nella seconda parte. Guidati da un ispirato Jonathan Sabbatini, di gran lunga il migliore dei suoi, i protetti di mister Tami si sono fatti vedere più volte – e in modo pericoloso – dalle parti dell’estremo difensore biancoazzurro. La rimonta, purtroppo, è terminata con il punto che ha provvisoriamente dimezzato lo scarto del capitano.

Una partita dunque che ha dato dei riscontri sia positivi che meno. Di buono c’è senza ombra di dubbio da tenere l’atteggiamento molto propositivo della ripresa e la propensione (questa attuata nel corso dell’intera sfida) alla manovra collettiva. Da migliorare – e nel ritiro di Roma che inizia oggi ce ne sarà il tempo – la cattiveria sotto porta e un po’ di passività da parte di qualche elemento. Non stiamo qua a fare la morale, perché non è il caso e non è nemmeno corretto dopo dieci giorni di preparazione, ma è lapalissiano che si vuole raggiungere un obiettivo anche nelle amichevoli bisogna dare il massimo, sempre e in qualunque occasione.

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