Lugano, l’analisi post-San Gallo: rabbia e delusione, due sentimenti che vanno a braccetto con l’arcinota sterilità offensiva

scritto da Claudio Paronitti

Il Lugano ha avviato la seconda fase di campionato in malo modo, uscendo sconfitto dal Kybunpark di San Gallo contro la nuova seconda forza di Raiffeisen Super League

La rimonta subìta per mano dei biancoverdi è un misto di rabbia e delusione, due sentimenti che vanno di pari passo con un aspetto che, finché non verrà risolto, preoccupa decisamente gli attori protagonisti. La sterilità offensiva dei sottocenerini è arcinota, la partenza di Carlinhos Júnior verso il Giappone non è essere stata ancora digerita e, nonostante le difficoltà incontrate dal carioca negli ultimi mesi, non può essere ritenuta salutare a un reparto a cui manca ancor di più un elemento capace di andare a segno con una certa regolarità.

Nel pomeriggio svizzero-orientale, Filip Holender ha confermato di non trovarsi a proprio agio da prima punta. Il magiaro, mai veramente al centro della manovra, avrebbe potuto (e dovuto) indirizzare la sfida sui binari bianconeri. E invece, una volta trovatosi solo soletto davanti al neo-arrivato in casa sangallese Lawrence Ati Zigi e senza alcun avversario a contrastarlo, l’ungherese pecca di sicurezza calciando maldestramente in diagonale, luogo in cui il ghanese si distende ed evita il peggio per i suoi.

Il gran bel gol di testa siglato da Mattia Bottani ha fatto parzialmente gioire un gruppo che si è sciolto dopo essere rientrato in campo dagli spogliatoi. La verve dei padroni di casa non ha trovato risposte adatte alla situazione e su questo in particolare occorrerà un lavoro ancor più certosino nel corso delle prossime settimane. All’orizzonte ci sono le determinanti sfide con Neuchâtel Xamax (sabato 1° febbraio) e Thun (domenica 9 febbraio), due duelli che necessitano di punti. Il cuscinetto dal nono posto è rimasto immutato, ma senza l’arrivo di un bomber affidabile, esso potrebbe diminuire. Sono supposizioni iniziali che magari possono sembrare troppo pessimiste. Però, se non ci si vuole trovare in una posizione scomoda, occorre agire immediatamente. Il mercato è ancora aperto e lo sarà, per la Svizzera, fino a metà febbraio…

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