Lugano, l’analisi post-Servette: da una parte il bicchiere è mezzo pieno (tante occasioni), dall’altra mezzo vuoto (zero gol)

scritto da Claudio Paronitti

Il Lugano torna dalla trasferta di Ginevra con un punto, il secondo consecutivo, che lascia parecchio amaro in bocca per le numerose opportunità non sfruttate contro un Servette che, nell’ultima parte di gara, si è accontentato del pareggio

Dopo un primo tempo abbastanza deludente su ambo i fronti, in cui però i bianconeri sono andati vicino ad aprire le marcature in almeno tre occasioni, nella ripresa i protetti di mister Fabio Celestini hanno iniziato a pigiare sull’acceleratore, procurandosi quasi costantemente una chance dietro l’altra. Solamente uno strepitoso Jérémy Frick, che ha vestito i panni del «muro umano», ha negato agli ospiti di rientrare a casa con la posta piena.

Guidati dalla consueta verve di capitan Jonathan Sabbatini, il quale, nonostante abbia commesso qualche errore di troppo in fase di impostazione, ha indicato nuovamente la via da seguire ai compagni. Questa volta il messaggio è stato recepito quasi fino in fondo. Il quasi ci sta tutto in considerazione della mancanza di concretezza davanti allo specchio. Per fare in modo che il «quasi» si trasformi in «totale» occorrerà al più presto ritrovare il cinismo nella tre quarti offensiva.

La partita dello Stade de Genève ha dimostrato che quando il Lugano si impegna  al 100% in ciò che fa le possibilità di uscire dal campo con soddisfazione c’è. Nel complesso, la trasferta in terra romanda non è da buttare, anzi. Ciò che preme sottolineare, però, è che i ragazzi sono tornati a proporre un calcio a tratti interessante. Per questo si può parlare di bicchiere mezzo pieno. L’altra faccia della medaglia, il bicchiere mezzo vuoto, sono gli zero gol segnati. È su questo aspetto, quello di non avere paura di calciare con forza il pallone, che è un amico (e non un nemico) dei calciatori, su cui bisognerà lavorare a fondo. Contro il Neuchâtel Xamax, fra due soli giorni, la situazione dovrà giocoforza migliorare. Per non rimuginare poi sulle mancanze offensive di Ginevra.

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