Lugano, l’analisi post-Young Boys: il “vorrei ma non posso” sta diventando una costante pericolosa

scritto da Claudio Paronitti

La terza battuta d’arresto filata del Lugano ha una costante, quella del “vorrei ma non posso”

Allo Stade de Suisse, i bianconeri si sono espressi in maniera decisamente positiva e coriacea. Purtroppo, come già accaduto nelle scorse settimane, i ragazzi guidati da mister Fabio Celestini sono usciti dal campo con un pugno di mosche tra le mani. La classifica rischia ora di essere un fattore pericoloso da guardare quotidianamente.

La missione ticinese era chiara: gestire le forze e affrontare a viso aperto, pur mantenendo un certo equilibrio difensivo, la corazzata giallonera. I padroni di casa hanno faticato parecchio a superare il muro eretto dall’undici sottocenerino. Ci è voluta così una situazione da palla ferma per decidere una sfida bloccata e che avrebbe fatto il gioco del Lugano.

Sfortunatamente per il gruppo ospite, lo Young Boys può contare tra le proprie fila su elementi che, nonostante non vivano una serata brillante, riescono a cavare il classico ragno dal buco con un colpo di genio. Ciò è accaduto con la perfetta punizione calciata dallo specialista Miralem Sulejmani, il quale, a conferma di quanto appena scritto, non ha disputato la sua miglior partita. Ha però saputo estrarre dal cilindro il coniglio che ha aggiunto altri tre punti al carniere giallonero.

Su sponda bianconera, ora occorre portare a casa le buone giocate mostrate nella capitale federale e tornare a conquistare la vittoria nel prossimo duello, in programma tra sette giorni in casa contro il Neuchâtel Xamax. Un successo sarà imperativo, perché i rossoneri sono tra le squadre rivali per evitare la retrocessione e perché tra le mura amiche i punti non possono più salire sul pullman degli ospiti al termine dei novanta minuti.

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