Lugano, Manzo: «Nessuno è intoccabile, gioca chi sta meglio»

scritto da Claudio Paronitti

fc-lugano-allenamento-di-venerdi-21-10-2016Oggi, venerdì 21 ottobre, è la vigilia della dodicesima giornata di campionato e come ogni giorno che precede una partita, un Andrea Manzo influenzato si presenta in sala stampa per rispondere alle domande dei presenti. Dal rispetto (ma non paura) per il Basilea, passando per gli assenti e la suggestione della difesa a tre, sono parecchi gli spunti dati dal tecnico veneziano per quella che si prospetta una sfida complicata sì, ma non impossibile…

Prima della conferenza stampa c’è però stato tempo per la seduta di rifinitura. Una sessione filata via liscia e nella quale si sono messi a punto gli ultimi schemi da contrapporre domani sera alla corazzata rossoblù. Al centro dell’attenzione sono stati posti i movimenti di squadra e le palle inattive. Concluso l’allenamento, e prima di dare il via alla raffica di domande, è stato comunicato che i prossimi incontri con la stampa sono stati programmati per martedì e venerdì prossimi (vigilie delle trasferte di Aarau in Coppa e Sion in campionato), con l’inizio previsto sempre alle ore 13:00.

Qui di seguito tutte le dichiarazioni del 54enne mister italiano.

LE NOVITÀ PER DOMANI – «Gli assenti sicuri sono tre: [Fulvio] Sulmoni, [Mario] Piccinocchi e [Andrés] Ponce. Gli altri sono tutti disponibili. Domani vedremo che formazione mettere in campo. In questo momento ho le mie idee, le porto avanti nel modo che penso sia migliore. Nell’arco della gara o nel prosieguo del campionato potrebbero esserci delle varianti. Ma oggi ho già in mente una squadra e penso che opterò per quella. Tutti i ragazzi sono indispensabili, li metto tutti sullo stesso piano. Logicamente, se un giocatore sta bene merita di giocare. Se starà meno bene, o non starà bene, giocherà un altro. In questo momento, alcuni stanno meglio di altri e giocano. Gli undici, però, li deciderò la notte che verrà, con molta calma. Dormo poco di notte, ne approfitto [sorride, ndr]».

LA DIFESA A 3 – «È sempre stata una mia idea, questo sì. Vuoi perché non avevo la rosa al completo, vuoi perché capitano gli infortuni nel corso della stagione, per adesso l’abbiamo solamente accennata in alcune situazioni, ma mai messa in pratica del tutto. Sicuramente, dovremo lavorarci sopra se vorremo utilizzarla, in quanto è una cosa che non puoi improvvisare».

I ROSSOBLÙ SONO FUORI CATEGORIA PER TUTTI – «Noi abbiamo giocato tutte le partite in modo coraggioso. A volte, forse, alcune le abbiamo interpretate male. Non siamo una squadra che aspetta il primo passo che faranno degli altri. Abbiamo un modo di stare in campo che fa sì che esalti le qualità di ogni nostro singolo attore. In questo modo le nostre prestazioni sono risultate interessanti. Non vedo perché bisogna aver paura di qualcuno. A volte, se vieni schiacciato, è perché l’avversario è più bravo. Tutto qua. A volte, però, si riescono a prendere in mano le redini del gioco e a mettere in difficoltà gli avversari [rendendo tutto più semplice]. Sappiamo benissimo che gli episodi, o alcune situazioni, possono determinare il risultato di una partita».

IL BASILEA ARRIVERÀ STANCO DOPO LE FATICHE DI PARIGI? – «Credo che sia una squadra che non pensa agli eventi passati [mercoledì ha giocato e perso in Champions League, ndr]. Loro sono abituati da anni oramai a giocare un certo tipo di calcio, sia a livello svizzero che internazionale. Giocheranno, come sempre, la loro partita. Nell’arco di una stagione capitano partite in cui si è meno brillanti: speriamo che a loro capiti domani. Il fatto che loro possano o non possano essere stanchi non lo prendo nemmeno in considerazione. I cali di rendimento possono arrivare, ma al momento è un discorso che mi sembra assurdo fare».

I RENANI FARANNO TURNOVER? – «Ho guardato la loro formazione e, pur cambiando gli attori, il prestigio rimane sempre. È una squadra con valori importanti. Non sto a sindacare chi ci sarà e chi no. Io penso soprattutto alla mia squadra, che deve essere capace di interpretare il calcio nella maniera giusta».

IL CONFRONTO CON L’ANDATA – «Avevamo disputato una buona partita. Abbiamo subito il gol su palla inattiva e il rientro dagli spogliatoi è stato un po’ traumatico: il loro uno-due ci ha tagliato le gambe. Da lì, recuperare tre gol a Basilea ce ne passa. Comunque, come prestazione generale non mi è affatto dispiaciuta quella gara. Rispetto a quell’incontro, poi, dovremo essere bravi a non abbassare il livello di concentrazione: più alta è e meno errori si commettono. Così si limitano le loro potenzialità».

LA FORZA MENTALE – «Noi dobbiamo continuare sulla nostra strada. C’è sempre da migliorare. Dobbiamo essere bravi a correre tutti assieme, bravi a voler fare una buona prestazione: questa è la nostra forza, quello di essere squadra, con 11 giocatori in campo e cambi annessi. Tutti devono essere pronti con la testa a fornire una prestazione massimale. Attenzione però, non deve essere solo domani perché arriva il Basilea, deve essere una costante».

GLI INCORAGGIAMENTI IN ALLENAMENTO – «Quando fai un’esercitazione, devi farla nel modo più realistico possibile. È allora che acquisisci consapevolezza e qualità per tutto ciò che concerne la prestazione domenicale. Se, durante la settimana, ti alleni mentalmente in un certo modo, la domenica la interpreti più facilmente. Se ti alleni all'”acqua di rose”, invece, sorgono dei problemi. Le risposte i ragazzi le danno sul campo. A parte qualche spezzone di partita, finora la squadra ha mostrato cose egregie, pur a volte giocando meno bene o con un’intensità inferiore rispetto al nostro standard».

LA PERCENTUALE DI VITTORIA – «Se dico il 100% mi dite che sono pazzo. A volte, però, io sono pazzo. Io voglio giocare per vincere. Se giocassi già pensando che perdo, allora perché devo scendere in campo? Se oggi mi si dice “firmi per il pareggio” ci penso. Però io cerco di vincere, perché è il mio modo di pensare. Se gioco in funzione del loro atteggiamento ho già perso in partenza. Me la giocherei con chiunque. Poi, se gli altri sono più bravi, “chapeau”. Alla fine mi alzo e vado a dargli la mano per complimentarmi».

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