Lugano, Manzo: «Questi ragazzi sono il mio polmone, mi fanno respirare»

scritto da Claudio Paronitti

fc-lugano-allenamento-di-venerdi-28-10-2016-1È un mister Andrea Manzo molto deciso e sicuro di sé quello che si presenta in sala per la consueta conferenza stampa pre-partita. L’allenatore veneziano ha analizzato la bruciante sconfitta negli ottavi di Helvetia Coppa Svizzera ed è pronto a rituffarsi nel campionato, dove domani alle 17:45 i suoi ragazzi se la dovranno vedere con la squadra più in forma del momento, quel Sion affrontato e sconfitto il 10 agosto a Cornaredo per 3-1. Sulla panchina dei vallesani sedeva, per l’ultima volta, Didier Tholot, sostituito un paio di giorni più tardi dal tedesco Peter Zeidler, da allora imbattuto da tecnico dei biancorossi

La seduta di rifinitura è stata, come d’abitudine, l’anticamera della conferenza stampa. Sul campo i ragazzi bianconeri hanno eseguito principalmente una sessione atta a migliorare i movimenti coordinati e le situazioni da palla ferma. Al “Tourbillon”, come risaputo, sarà un Lugano in emergenza, con due squalificati e tre infortunati, come confermato dal mister poco dopo in sala. Di seguito argomenti e risposte dell’intervista.

LE AUTOCRITICHE DOPO AARAU – «Io credo che se uno riesce a farsi delle autocritiche in forma costruttiva, come faccio con i giocatori, sia sintomo di intelligenza. Chi ha dei dubbi è intelligente, chi invece ha delle certezze probabilmente non riesce a vedere ciò che c’è dietro la siepe. Io la vedo sotto questo aspetto. È stata una critica con lo scopo di capire il perché è capitato questo capitombolo. Il calcio è fatto di movimenti con e senza palla, poi la questione dei moduli non fa la differenza. Dobbiamo capire, o meglio devo capire io, quali sono i problemi e come sono sorti. Forse ci sto mettendo un po’ più di tempo di altri, ma sto cercando di capire i motivi e la fretta è cattiva consigliera».

GLI INDIZI SU CIÒ CHE NON HA FUNZIONATO IN COPPA – «Riflettendoci solamente una notte, perché da ieri mattina ho iniziato a pensare al Sion, posso affermare che l’approccio alla partita non è stato giusto. Non possiamo colpevolizzare nessuno in particolare, in quanto è stata la prestazione in generale a essere negativa. Se fosse stata la prestazione fornita da uno e due elementi che ha influito sul risultato, allora direi che c’è stato qualcosa. Ma, ripeto, è stata la totalità della prestazione a essere negativa».

A SION TRASFERTA DELICATA – «Tutte le partite sono delicate. Lo stesso discorso è stato affrontato dopo la sconfitta di Losanna. La squadra deve avere la forza di rialzare la testa, dobbiamo avere la forza di mostrare quello che sappiamo fare. È l’unica cosa su cui ho lavorato in questi due giorni. Non sto a sindacare se dovesse succedere questo o quell’altro. Io penso solo ad andare in campo a fare la nostra partita con la nostra prestazione. Ed è quello che ho sempre predicato e continuerò a predicare. Il risultato è frutto di un certo tipo di lavoro, di un certo tipo di approccio. Poi, chiaramente ci sono gli avversari. E se loro sono più bravi, come dico sempre, mi inchino di fronte a loro».

GLI ASSENTI – «Sicuramente non ci saranno [Fulvio] Sulmoni, [Mario] Piccinocchi e [Jonathan] Sabbatini, che sono infortunati. Poi, ci sono due squalificati [Vladimir Golemic e Goran Jozinovic, ndr], mentre gli altri sono a completa disposizione. Per quel che riguarda [Antonini] Culina, tornerà fra una settimana e poi si valuteranno insieme i tempi e i modi del suo pieno rientro».

EZGJAN ALIOSKI TERZINO SINISTRO – «Le possibilità di vederlo di nuovo in questo ruolo sono alte, però la notte porta buoni consigli. Abbiamo ancora qualche acciaccato dopo Aarau e vedremo. Gianni è un giocatore come [Dragan] Mihajlovic, è camaleontico. Entrambi riescono a giocare in più posizioni, da mezzala o da punta esterna. Alioski è un calciatore duttile, sia per le qualità di corsa che per quelle tecniche. Per un allenatore disporre di un elemento del genere significa anche poter cambiare modulo nel corso della partita».

LE RECENTI CRITICHE DEL PRESIDENTE – «Sono sincero, io non ho letto nulla a riguardo. Leggo pochissimo, sono ignorante [sorride, ndr]. O perlomeno, quello che tratta di sport. Leggo di motociclismo, automobilismo, ciclismo. E questo mi diverte. Oppure, leggo qualche intervista di allenatori. Tutto qua. Io penso che i giocatori che attualmente ho a disposizione sono ottimi, l’hanno dimostrato e lo dimostreranno anche in seguito. Ho un gruppo che mi sta dando delle grandi soddisfazioni personali. Se alla gente e al Presidente piace questo gruppo, io sono felice perché vuol dire che anche loro si divertono a osservarli. Loro sono veramente importanti. L’ho detto recentemente, loro sono il mio polmone, mi fanno respirare e li ringrazio come ho sempre fatto. Il Presidente è il padrone della squadra e può fare e dire quello che reputa giusto. Non vedo il motivo perché devo andare a contraddire una persona che ha un’idea. Sicuramente quando ci troviamo e facciamo le nostre chiacchierate arriviamo a una soluzione, come abbiamo sempre fatto. In questi due giorni non c’è stato il tempo materiale per farlo. Ma in futuro si rifarà certamente. Discuteremo, ma sempre in maniera costruttiva».

LE ARMI PER METTERE IN DIFFICOLTÀ IL SION – «Dobbiamo giocare da squadra. Lo ripeto, e lo ribadisco: se il Lugano gioca con le proprie armi, cioè da squadra, come ha fatto vedere nelle partite precedenti, gioca unito, facendo anche una corsa in più per il compagno, allora sì che il Sion può essere messo in difficoltà. Però, il discorso non si riferisce solo alla sfida contro i vallesani. È contro tutte le squadre che dobbiamo agire così, perché abbiamo delle qualità interessanti in ognuno di noi. E se queste caratteristiche vengono messe a disposizione della squadra, esce un bel mix. Logicamente, non sempre i cocktail riescono giusti».

LA SUPERFICIALITÀ AVUTA NELL’AFFRONTARE L’AARAU – «È una delle cose che devo analizzare. Devo capire se abbiamo sbagliato anche in questo. Credo che le analisi che si stanno facendo in questo momento abbiano delle verità. Io devo essere bravo a capire le verità che in futuro possono risolvere un problema analogo. Nel calcio, tutti dicono qualcosa di vero. La fortuna nel calcio è quella, c’è sempre della verità nelle frasi che si dicono, anche in quelle che possono sembrare banali. Quindi, sta a me, come timoniere, capirne i motivi. Ho sempre avuto molto rispetto per i giocatori, che sono molto intelligenti. Loro mi hanno dimostrato che, tutti insieme, si possono fare cose interessanti. Credo che non siamo così sprovveduti e poco intelligenti da continuare a farci del male. Tutto serve, e dai difetti si migliora. Se fossimo veramente bravi, commetteremmo qualche errore in meno. Questi ragazzi sono giovani e hanno bisogno di esperienza per migliorare».

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