Lugano, non dire gatto… finché i tre punti non sono nel sacco!

scritto da Claudio Paronitti

Parafrasando il proverbio “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” potremmo modificarlo con un più consono “non dire gatto… finché i tre punti non sono nel sacco”: questa è la sensazione vissuta sabato sera in quel di Cornaredo

Tra la folla aleggiavano sentimenti disparati: c’è chi dava la colpa all’arbitro per aver assegnato un calcio d’angolo inesistente, chi (la maggior parte) se la prendeva con l’atteggiamento rinunciatario (nell’ultimo quarto d’ora) della squadra e chi ancora con mister Guillermo Abascal, secondo alcune voci prossimo alla sostituzione con Fabio Celestini.

L’aver buttato al vento l’ennesima occasione di portare a casa la posta piena conferma che la rosa del Lugano non è ancora matura al punto giusto per poter lottare per le posizioni nobili della graduatoria. E, nonostante tutte le buone intenzioni, ci si ritrova sempre a parlare di errori su errori che, alla fine, compromettono una prestazione decisamente migliore rispetto alle ultime uscite.

La quadratura completa del cerchio non sembra ancora essere trovata. I numerosi cambiamenti tanto paventati non sono stati messi in atto. Un po’ per paura di sbagliare e un po’ per riporre fiducia in chi (nei pensieri del tecnico) la merita.

Il caso più estremo riguarda il ruolo del portiere: Noam Baumann. Il giovane estremo difensore bianconero si macchia di errori pacchiani e, per certi versi, incomprensibili. Deve crescere, questo è ovvio. Il percorso di crescita dev’essere, di riflesso, veloce. Soprattutto in un campionato come la Super League che non attende.

Anche per lui potrebbe valere il detto “non dire gatto… finché i tre punti non sono nel sacco”. E allora, perché non rispolverare David Da Costa – che nella settimana appena andata in archivio aveva ricevuto un attestato di stima dallo staff, venendo proposto per un ruolo da titolare (poi non concesso) contro le Cavallette – per le prossime partite?

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