Parafrasando il proverbio “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” potremmo modificarlo con un più consono “non dire gatto… finché i tre punti non sono nel sacco”: questa è la sensazione vissuta sabato sera in quel di Cornaredo
Tra la folla aleggiavano sentimenti disparati: c’è chi dava la colpa all’arbitro per aver assegnato un calcio d’angolo inesistente, chi (la maggior parte) se la prendeva con l’atteggiamento rinunciatario (nell’ultimo quarto d’ora) della squadra e chi ancora con mister Guillermo Abascal, secondo alcune voci prossimo alla sostituzione con Fabio Celestini.
L’aver buttato al vento l’ennesima occasione di portare a casa la posta piena conferma che la rosa del Lugano non è ancora matura al punto giusto per poter lottare per le posizioni nobili della graduatoria. E, nonostante tutte le buone intenzioni, ci si ritrova sempre a parlare di errori su errori che, alla fine, compromettono una prestazione decisamente migliore rispetto alle ultime uscite.
La quadratura completa del cerchio non sembra ancora essere trovata. I numerosi cambiamenti tanto paventati non sono stati messi in atto. Un po’ per paura di sbagliare e un po’ per riporre fiducia in chi (nei pensieri del tecnico) la merita.
Il caso più estremo riguarda il ruolo del portiere: Noam Baumann. Il giovane estremo difensore bianconero si macchia di errori pacchiani e, per certi versi, incomprensibili. Deve crescere, questo è ovvio. Il percorso di crescita dev’essere, di riflesso, veloce. Soprattutto in un campionato come la Super League che non attende.
Anche per lui potrebbe valere il detto “non dire gatto… finché i tre punti non sono nel sacco”. E allora, perché non rispolverare David Da Costa – che nella settimana appena andata in archivio aveva ricevuto un attestato di stima dallo staff, venendo proposto per un ruolo da titolare (poi non concesso) contro le Cavallette – per le prossime partite?