Lugano, nove minuti da incubo per rovinare tutto

scritto da Claudio Paronitti

Lo Zurigo resta tabù per il Lugano. Per la terza partita filata, i bianconeri subiscono una marea di reti, mostrando parecchie lacune in un reparto che pareva privo di pecche. I biancoblù replicano al 3-0 dell’andata e, nel contempo, continuano a non subire reti dagli avversari odierni

Nove minuti sul cronometro: tanto dura la tenuta difensiva del Lugano al Letzigrund. Tanto basta allo Zurigo per passare in vantaggio. Una dormita colossale di tutta la squadra permette al giovane Rohner di farsi tutta la metà campo avversaria, dialogare con un compagno e fare secco Kiassumbua dopo aver superato troppo facilmente Rouiller e Mihajlovic. È l’inizio della fine, perché al 15′, alla seconda occasione della partita, i tigurini raddoppiano con un potente colpo di testa di Nef a seguito di un corner. Non è finita qui, però. L’incubo bianconero continua e al 19′ i biancoblù fanno tris. Un rinvio errato del nuovo numero uno ticinese viene respinto di testa a centrocampo, Rouiller scivola permettendo a Marchesano di arrivare al limite dell’area e di superare di nuovo Kiassumbua, che non è riuscito a distendersi al meglio. Eppure, nonostante tutte le difficoltà sin qui incontrate – complice soprattutto un rilassamento deciso dei padroni di casa – il Lugano potrebbe riaprire l’esito della sfida, ma Crnigoj prima e Mariani poi decidono che lo Zurigo deve mantenere intonsa la propria porta sparando alle stelle, rispettivamente a lato, da ottima posizione.

Al rientro dalla pausa mister Tami decide di cambiare due dei suoi giocatori, inserendo il “Cobra” Janko e il regista italiano Piccinocchi, lasciando negli spogliatoi l’impalpabile Gerndt e Ledesma. La sinfonia non cambia e sembra un eufemismo visto il punteggio, ma è il Lugano a mantenere il controllo della partita. Il possesso del pallone è nettamente a favore dei ticinesi, i quali ci provano anche, si procurano una marea di corner e tirano quando c’è la possibilità. Stasera, però, la palla arriva sui piedi sbagliati, in quanto le chance giungono per il tramite dello sloveno Crnigoj, il quale si è trasformato in un kicker di rugby al momento della conversione dopo una meta. Peccato, perché delle due occasioni capitategli (una per tempo), almeno una avrebbe dovuto bucare la rete della porta difesa da Brecher. Da par suo, lo Zurigo si accontenta di lasciare la manovra agli avversari, cercando di contenerne il più possibile la foga e puntando tutto, di conseguenza, sul contropiede. Una tattica che sortisce l’effetto di addormentare la partita che, nella seconda parte, non offre veri spunti degni di nota, se non una conclusione centrale e prevedibile di Mariani a otto minuti dalla fine. Termina così, con un secco tre a zero a favore dello Zurigo una partita decisa in soli nove minuti dai ragazzi di “Ludo” Magnin, ai quali è bastato premere sull’acceleratore per i primi venti minuti per portare a casa la posta piena. In casa luganese, dieci gol subiti nelle ultime tre partite sono decisamente troppi. La difesa traballa come non mai, aprendo una falla fin qui sconosciuta (almeno in questo 2018).

Per fortuna bianconera, però, il Losanna è stato nettamente superato in casa dal San Gallo (sempre più terzo). Il che lascia il Lugano con un discreto margine sulle ultime formazioni della graduatoria. Ma, attenti a non dormire sugli allori. In questa Raiffeisen Super League è tanto facile salire, quanto semplice e veloce scendere di posizione. Fatto, quest’ultimo, che in riva al Ceresio non vogliono prendere per nulla in considerazione. Una reazione è però richiesta (più in termini di risultato pieno che altro) fra otto giorni, quando a Cornaredo andrà in scena il confronto con il Lucerna.

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