Lugano, una prima parte con molti “Up” e qualche “Down” rischioso

scritto da Claudio Paronitti

Come cantava il gruppo dance olandese dei Vengaboys nella hit di inizio millennio “Up & Down”, anche la prima parte di stagione del Lugano è stata caratterizzata da momenti positivi e negativi

Nel corso di un campionato, tutte le formazioni, prima o poi e chi più chi meno, incappano in questi periodi altalenanti. Con la Raiffeisen Super League in ferie, andiamo a rivivere mese per mese il girone d’andata vissuto dai bianconeri.

GIUGNO – è lunedì 12 giugno e la società, ancora scottata all’inverosimile dal tumultuoso addio di Paolo Tramezzani, decide di affidare la panchina a un allenatore esperto come Pierluigi Tami. La firma sul contratto viene apposta il giorno seguente e il ticinese, dopo aver programmato la preparazione della squadra, si presenta nella conferenza stampa di presentazione affermando di essere “tornato nella società del mio cuore”. Gli allenamenti cominciano ufficialmente il 21 giugno.

LUGLIO – con una squadra rivoluzionata nei punti chiave le amichevoli estive servono per amalgamare il nuovo gruppo. Il bilancio dei test parla di tre successi (contro Sementina, Locarno e Chiasso) e due sconfitte (con Milan e Chievo). La prima giornata di campionato viene disputata a Lucerna al cospetto di una formazione non irresistibile. Per essere la prima volta sotto la nuova gestione, i bianconeri giocano discretamente, ma vengono puniti da una disattenzione difensiva che permette a Tomi Juric di colpire indisturbato di testa e superare David Da Costa quando alla fine della sfida mancavano solamente nove minuti.

AGOSTO – il mese più caldo dell’anno mostra una squadra che progredisce sempre più e che riesce a trovare quegli automatismi che, per forza di cose, non si erano potuti vedere all’inizio della preparazione. Così, dopo il pareggio casalingo a reti inviolate con lo Zurigo, arriva la prima vittoria (3-2 a Losanna), bissata dal passaggio del turno in Coppa Svizzera (6-0 a Bassecourt). Segue la sconfitta nel replay con il San Gallo. I bianconeri non si demoralizzano. Anzi. La settimana seguente, al “St. Jakob-Park”, riescono nell’impresa di imporre il pareggio ai pluricampioni del Basilea. Un incontro che, a detta degli stessi renani, i luganesi avrebbero anche potuto vincere. Agosto si chiude con il poker di reti con le quali viene sommerso il Thun nell’ultima partita prima della sosta dedicata alle selezioni nazionali.

SETTEMBRE – il periodo decisamente “Down” dell’andata sottocenerina coincide con il ritorno in campo il 10 settembre: nella Capitale federale, Fulvio Sulmoni e soci vengono superati 3-0 dallo Young Boys capolista, disputando il secondo tempo intero con l’uomo in meno. Il debutto europeo, a Beer Sheva, ha una conclusione simile, ma il 2-1 con cui l’Hapoel si impone lascia spiragli di speranza. La vittoria all’ultimo secondo di Köniz è, però, il classico ‘brodino’ per curare un malato. Che si conferma tale nelle successive tre partite, in cui perde con Sion (1-2) Grasshopper (0-3), e FCSB (1-2).

OTTOBRE – il 1° ottobre a Zurigo arriva un kappaò senza attenuanti: i tigurini surclassano i bianconeri con un netto 3-0. Si va alla seconda pausa per le nazionali con il morale a terra. Quattordici giorni più tardi, al rientro, si vive il punto più basso dell’andata ticinese. Il 4-0 con cui il Basilea espugna Cornaredo fa sbottare mister Tami, che per la prima volta se la prende con i propri ragazzi. A questo punto ci sono due opzioni: o continuare a sprofondare nelle viscere del globo o rialzare la testa e dimostrare di essere dei veri uomini. Il gruppo afferra il concetto e, con una prestazione strabiliante, batte 3-2 i fortissimi cechi del Viktoria Plzen, conquistando nel contempo la prima vittoria in campo europeo. Il 2-2 di Sion che pone fine all’avventura in terra vallesana dell’ex Tramezzani è il punto di ripartenza. Il passaggio ai quarti di finale a scapito dello Schötz (3-2 con rete decisiva di Domen Crnigoj al 118′) e l’1-0 casalingo contro il Lucerna confermano che i giocatori si sono guardati negli occhi, facendo un percorso interiore per uscire tutti assieme dalla crisi.

NOVEMBRE – il quarto impegno in UEFA Europa League – sconfitta 4-1 a Plzen – potrebbe però far affondare la nave. La prestazione non va giù al Presidente Angelo Renzetti, il quale, in diretta televisiva, critica aspramente tecnico, staff e giocatori. Il giorno successivo, Tami risponde pacatamente per le rime al patron. Tutto, fortunatamente, termina lì. Perché il Lugano guadagna un buon punto su un campo ostico come quello di Thun e, due settimane più tardi, va a prendersi i tre punti nel fortino del San Gallo. Con la forza di chi sa che cosa vuole, i bianconeri battono anche il Beer Sheva portandosi a quota sei punti in campo continentale. Seguono poi due sconfitte casalinghe, l’1-2 contro lo Young Boys e lo 0-1 in Coppa contro il Grasshopper: due battute d’arresto immeritate, ma che cementano ancora di più la banda luganese.

DICEMBRE – è però l’ultimo mese dell’anno a portare le più grandi gioie ai ticinesi. A fare da contraltare alla sfortunata sconfitta di Cornaredo contro il Losanna, troviamo gli ottimi successi esterni con Grasshopper (0-1), FCSB (1-2) e Thun (0-2). Il cerchio si chiude dunque in maniera estremamente positiva per i protetti dell’ex tecnico della nazionale Under 21 elvetica. Una positività che, dopo tre settimane di meritate ferie, dovrà tornare ad aleggiare su Cornaredo, per poter festeggiare l’obiettivo dichiarato sin da inizio preparazione, quello della salvezza.

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