Dieci reti subite nelle ultime tre uscite sono decisamente troppe. Per tutti. Per il Lugano ancora di più
Se nelle prime partite del corrente anno i bianconeri si sono messi in luce per una difesa arcigna che lasciava esclusivamente le briciole agli avversari, contro San Gallo, Young Boys e Zurigo i ragazzi di mister Pierluigi Tami si sono resi (ahi loro) protagonisti in negativo di prestazioni (o, meglio, di momenti) da codice penale che hanno influito sul rendimento fino a far quasi sprofondare tutte le certezze acquisite sinora.
Tra un giocatore (Davide Mariani) che, agli occhi di molti, pare aver perso la bussola, e un altro (Alexander Gerndt) che ha faticato moltissimo a procurarsi qualche chance per bucare la rete avversaria, le difficoltà incontrate negli ultimi 180 minuti dai sottocenerini vengono riscontrate nella colonna delle reti subite: ben 10 al cospetto di solamente 2 messe a segno. Una differenza reti di -8, non un bel segnale.
Certo, c’è chi sta peggio (il milionario Losanna), ma guardare in casa d’altri in questo particolare momento è parecchio rischioso e porta ancora più insicurezza. Un fattore che i ticinesi farebbero volentieri a meno. L’unica soddisfazione (se così la vogliamo chiamare) è stata la reazione avuta quando il risultato era già compromesso. È stato per contro, come affermato da capitan Jonathan Sabbatini ai microfoni di “Teleclub”, l’atteggiamento iniziale a penalizzare la partita dei luganesi.
Reazione, dicevamo. Reazione che ha portato alla creazione di qualche (nitida) occasione non sfruttata e nulla più. Quando vanno sotto nel punteggio, i bianconeri non riescono a ribaltare l’esito dell’incontro contro qualsiasi avversario. Ora come ora, servirà non abbattersi e pensare positivo. Per evitare la ripetizione dello spregiudicato mese di settembre dello scorso anno occorrerà tornare a svolgere il proprio compito in maniera diligente, giocando da squadra compatta, come è stato il caso della serie di vittorie senza subire reti.