Lugano, a Roma con l’auspicio che non si ripeta il ritorno di due anni fa

scritto da Claudio Paronitti

Dalla giornata di ieri i ragazzi della rosa bianconera sono a Roma per il ritiro invernale

Alloggiati nel medesimo albergo – l’Hotel Mancini – che li aveva ospitati nel primo anno di Raiffeisen Super League, i giocatori hanno iniziato a lavorare intensamente, e lontani da occhi indiscreti, per riuscire a centrare il primo obiettivo della corrente stagione: la salvezza. Poi, all’occorrenza, una volta raggiunto lo scopo principale, ci sarà modo di vedere con un certo ottimismo al seguito. Questa, però, è musica del futuro. Il presente è di gran lunga più importante.

Il viaggio italico non è iniziato nel migliore dei modi, almeno per ciò che concerne il risultato nudo e crudo del test amichevole disputato mercoledì a casa-Zeman. Il 3-1 con il quale il Pescara si è imposto sul Lugano non dev’essere visto come una batosta, al contrario. I luganesi hanno mostrato molti aspetti positivi – in particolare nella seconda frazione di gioco – al cospetto di una formazione abruzzese che riprenderà domani pomeriggio il cammino nel proprio campionato e quindi, teoricamente, più “in palla” rispetto ai protetti di mister Pierluigi Tami.

Un aspetto su tutti è senza ombra di dubbio la propensione al sacrificio e al voler sempre e in qualsiasi occasione giocarsela con chiunque. Anche i primi quarantacinque minuti, seppur giocati in maniera un po’ timida, hanno mostrato dei giocatori pronti alla battaglia. E questo nonostante le conclusioni partite dai piedi dei vari Alexander Gerndt e Davide Mariani non abbiano trovato lo specchio della porta avversaria. In un periodo di preparazione l’essenziale non è tanto il fatto di segnare a tutti i costi (anche se, ovviamente, aiuta), bensì le sensazioni positive che i calciatori percepiscono nel momento in cui calcano il rettangolo di gioco.

Il gruppo – orfano di tre elementi (Dominik Kovacic, Radomir Milosavljevic e Antonini Culina) lasciati partire a parametro zero – ha abbracciato l’arrivo dal Chiasso del terzino destro Jetmir Krasniqi, per il momento l’unico acquisto del cosiddetto “mercato di riparazione”. In attesa di sapere cosa ne sarà dell’attaccante austriaco Marc Janko – comunque sempre più vicino a vestire bianconero -, occorrerà sfoltire ulteriormente la rosa. Il nome più in voga sulla lista è quello di Younes Bnou Marzouk, il quale ha respinto al mittente un’offerta del Servette. La formazione ginevrino, non l’ultima arrivata nel panorama nazionale, è stata scartata dal franco-marocchino in quanto la giovane punta non avrebbe intenzione di scendere di categoria. Certo è che, se questo pensiero fosse confermato, per la società sottocenerina non sarà affatto semplice operare sul mercato. Affaire à suivre, come si osa sussurrare in queste occasioni.

Così, per evitare il replay di quello che è accaduto al primo giro tra le grandi (un girone di ritorno al cardiopalma con la salvezza raggiunta solo all’ultima giornata, con il 3-0 casalingo contro il San Gallo), sarà di primaria importanza un’unità d’intenti da parte di tutte le componenti in gioco. Sia per ciò che concerne le vicende di calciomercato, che per quelle riguardanti la coesione della truppa. Una truppa che è sempre più affiatata. E il merito, oltre che dei ragazzi, è pure di tutto lo staff tecnico (nessuno escluso), sempre pronto ad ascoltare le esigenze di tutti, mettendo però al primo posto, come giusto che sia, il gruppo.

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