Lugano, Tami: “Contro il GC voglio una squadra arrabbiata”

scritto da Claudio Paronitti

La mattina seguente la bruciante sconfitta casalinga contro il Sion è già tempo di pensare al prossimo appuntamento, tra due giorni contro il redivivo Grasshopper

Mister Pierluigi Tami si presenta ai microfoni per presentare il match.

L’inizio viene dedicato al poco utilizzo delle cosiddette riserve: “Contro il Köniz – esordisce il tecnico – ho ruotato gli uomini che dovevano trovare il ritmo gara. Ieri, invece, ho dato fiducia a chi ci ha dato soddisfazioni finora. La partita è stata equilibrata e bloccata. Il primo gol di Schneuwly è stato molto bello, noi eravamo messi bene in campo. Gli episodi hanno favorito il Sion, bravi loro ad ogni modo”.

“Non mi aspettavo un periodo difficile. Andavamo incontro a una serie di partite ravvicinate e, al momento, è vero, a qualche giocatore manca un po’ di determinazione, pur avendo grande volontà. Abbiamo una rosa larga. Ora anche gli altri devono farsi trovare pronti”.

“Negli ultimi trenta metri ci manca qualcosa. Abbiamo esaltato il Lugano di inizio stagione, è vero, però sappiamo che dobbiamo continuità alle prestazioni positive (in fatto di agonismo). Pecchiamo un po’ di esperienza”.

“In questi giorni voglio vedere chi è pronto a sostenere, in particolre a livello nervoso  questo tipo di incontri. Dobbiamo tornare al furore agonistico di qualche settimana fa. In allenamento i ragazzi devono dimostrarlo. Domenica dovrà entrare in campo una squadra arrabbiata. Il Sion, che è uscito in Coppa, era più arrabbiato di noi, e la logica conseguenza è la loro vittoria”.

“Nel nostro lavoro devi entrare con la voglia giusta. Dobbiamo imparare a conoscere il modo in cui i ragazzi reagiranno a una sconfitta del genere. Devi essere pronto a essere sul pezzo già dal giorno successivo, perché bisogna abituarsi a dei ritmi che prima non esistevano. Ripeto, dobbiamo stare sul pezzo. Vedo che i giocatori sono stanchi mentalmente e non fisicamente, in quanto corriamo più degli altri. Dovremo essere molto più bravi a gestire questi impegni ravvicinati”.

“Anche per lo staff vale lo stesso discorso. Il tempo sul campo non esiste praticamente più, ora. Il mezzo che utilizzo di più è l’analisi video, di squadra e individuale. Le giornate sono cariche pure per noi”.

“È un Grasshopper in crescita, ha fatto un mercato importante. Hanno giocatori che da soli fanno la differenza, penso ad Andersen e Sigurjónsson. Il loro valore è assoluto. In questo momento sento di più la responsabilità di dare soluzioni alla squadra, che non è allo sbando, che non alla mia sfida da ex. Sugli episodi di ieri sera ha giocato tanto la determinazione. Il match era equilibrato. Nella mia testa c’è l’aspetto del furore agonistico da ritrovare. Non si può ritrovarlo se in allenamento non lo si dimostra. Spetta ai calciatori fare quel clic che può cambiare la situazione”.

“Prima di ieri sera, la squadra è sempre stata sul pezzo. Fino adesso abbiamo fatto un percorso positivo. Non voglio cambiare tanto per cambiare. Il tanto decantato turnover ha portato più domande che risposte. Oggi sono venuti a mancare dei punti di riferimento, quindi occorre valutare anche qualche cambio”.

Riguardo lo scellerato, e per certi versi ingiustificato, gesto del Presidente del Sion, il quale ha preso a schiaffi e calci Rolf Fringer, opinionista di Teleclub, il tecnico bianconero non ha nulla da dire se non che tale comportamento “mi ha scioccato”.

“A livello di classifica, non è il momento di fare drammi. È l’ultimo dei miei pensieri, per ora. Il prossimo trittico (Grasshopper, Steaua Bucarest e Zurigo) sarà un apprendimento per noi per valutare le nostre qualità. Questo periodo intenso si ripeterà ancora due volte. Dopodiché tireremo le conseguenze”.

Un’ultima battuta sulla prestazione dei singoli: “Marzouk? Dopo una partita del genere è ingiusto parlare di singoli attori. Non è corretto”.

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