Lugano-Thun da 0 a 6, le pagelle dei bianconeri

scritto da Claudio Paronitti

PagellaNella sfida di questo pomeriggio contro il Thun, tra le fila bianconere si mettono in evidenza solamente due giocatori: Salvi e Mariani. Il portiere è monumentale in molte occasioni e nulla può sulla rete bernese, mentre il regista è sempre più l’uomo di spicco del centrocampo luganese. Male, anzi malissimo per contro, Jozinovic e Ceesay

FC LUGANO

Mirko Salvi 5,5 – i suoi interventi miracolosi rimandano al mittente altrettanti tentativi di infilare la sua porta. L’estremo difensore in prestito dal Basilea continua nella sua dimostrazione di forza, meritandosi più volte gli scroscianti applausi del pubblico. Senza di lui dove ci si ritroverebbe?

Dragan Mihajlovic 3,5 – produce poca spinta offensiva, limitandosi ad agire in difesa. Nel primo tempo è costantemente costretto ad arginare le folate avversarie. Nel secondo, con un Thun un po’ troppo remissivo, potrebbe avanzare, ma non rischia più di quel tanto. Senza infamia, né gloria.

Fulvio Sulmoni 3,5 – ritorna dopo due giornate di squalifica e la sua presenza si sente. Nonostante in fase difensiva i bianconeri vadano in costante difficoltà, lui è, assieme a Mihajlovic, il meno peggio dei quattro arretrati, anche perché non supportato a dovere dal suo compagno al centro.

Vladimir Golemic 3 – nelle ultime settimane fatica parecchio a trovare il bandolo della matassa. Non è più il mastino che aveva iniziato alla grande questa stagione. È un po’ affaticato quando deve recuperare in velocità l’avversario. Ha il merito (o la fortuna?) di trovarsi sulla traiettoria sul tiro all’89’ di Bigler.

Goran Jozinovic 2,5 – dei titolari scesi in campo quest’oggi è in assoluto il peggiore. Tre i motivi principali. Primo indizio: corre a vuoto. Secondo indizio: non riesce a effettuare un cross decente. Terzo indizio: sul gol bernese non marca a dovere. Serve altro?

Marco Padalino 3,5 – spostato qualche metro più avanti fa valere la sua esperienza. Nella prima frazione gioca davanti a Mihajlovic e da quelle parti il Thun sfonda di rado. I quindici minuti che gli vengono concessi nel secondo aiuta in copertura uno Jozinovic in costante difficoltà per tutti i 90′.

(60′ Bálint Vécsei 3 – mezz’ora di buio. Dai suoi piedi delicati dovrebbero partire palloni che danno il là ad azioni importanti e ficcanti. E invece si perde in un bicchier d’acqua. Non fa valere nemmeno il suo fisico imponente)

Mario Piccinocchi 3 – a “Picci” manca un supporto (ad esempio Rey) che gli permetta di disegnare geometrie una dietro l’altra. La dimostrazione che non è sicuro è quando, nel primo tempo, cerca un passaggio per il compagno sulla fascia, risultato: palla direttamente in fallo laterale.

(85′ Antoine Rey s.v. – pochi minuti per il grintoso mastino vodese. Vista la prestazione di Crnigoj viene da chiedersi: perché non ha giocato lui titolare?)

Domen Crnigoj 3 – non ha piedi fatati e questo lo si sa. Però ha la stazza fisica che farebbe comodo a qualsiasi centrocampista di rottura. Eppure gira a vuoto per il campo, rincorrendo gli avversari che lo superano con troppa facilità. Ha almeno il merito di intuire il movimento di Mariani in occasione del pareggio (anche se parte del demerito è di Bürki).

Davide Mariani 5 – è il giocatore di movimento che, in questo periodo negativo, cerca sempre di uscire dal guado e fare la differenza. Il ragazzo giunto dallo Sciaffusa si sta caricando la squadra sulle spalle. Corre, prende botte qua e là e segna pure. Con quello di oggi fanno quattro in stagione. Al momento è l’unica certezza là davanti.

Andrés Ponce 3,5 – viene promosso titolare in quanto Rosseti è infortunato. È volenteroso, su questo non v’è alcun dubbio. E i (pochi) palloni che gli arrivano non sono giocabili in profondità, come vorrebbe lui. Il “Killer” torna spesso nella propria area a liberare lasciando il ruolo di punta centrale scoperto. Gli serve una spalla che faccia questo tipo di gioco.

(46′ Assan Ceesay 2 – sei minuti conditi da due ammonizioni parecchio ingenue – sulle quali protesta platealmente e in modo infantile – e conseguente espulsione. Il suo è un atteggiamento è da codice rosso, in tutti i sensi)

Ezgjan Alioski 3 – ha perso la lucidità della prima parte di stagione. Non è più il “Gianni” che conosciamo. Vuole strafare e si intestardisce in azioni personali senza senso. Così non è di aiuto alla squadra, ma nemmeno a sé stesso. Dovrà risorgere al più presto dalle ceneri come fece in tempi antichi l’Araba Fenice.

Mirko Conte (allenatore) 4 – il suo secondo interinato si chiude con un pareggio all’ultimo respiro (immeritato per quello che si è visto in campo). È sempre in piedi e si fa sentire dai giocatori con continui incoraggiamenti. Domenica ritornerà il testimone a mister Manzo. In attesa dell’esito sul ricorso, che giungerà entro mercoledì.

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