Lugano, un’attesa durata 17 anni e mezzo

scritto da Claudio Paronitti

Con la vittoria di ieri a Basilea, i bianconeri hanno sfatato anche quello che era oramai diventato un tabù: in casa dei renani non vincevano infatti da metà agosto del 2000

Sono dovuti passare dunque ben diciassette anni e mezzo per vedere il Lugano di nuovo vincitore al “St. Jakob-Park”. Con autorità e quel pizzico di spensieratezza che non guasta mai, gli uomini di mister Pierluigi Tami hanno affossato i rossoblù, costringendoli a incassare una sconfitta casalinga che mancava dalla giornata numero 7: era il 9 settembre dello scorso anno e, a lasciare le rive del Reno con la posta piena ci aveva pensato il Losanna, acquistato ufficialmente da un mese dalla società inglese “Ineos” e che sabato sera ha “bucato” il nuovo corso, andando a perdere sul campo del Lucerna.

Tra la prima e la seconda battuta d’arresto tra le mura amiche i ragazzi di Raphael Wicky avevano incamerato la bellezza di 13 punti in 5 partite (l’unica squadra – in questo periodo – a tornare a casa con un punticino è stata la capolista Young Boys). Già nella gara d’andata, i ticinesi avevano mostrato le cose migliori, andando però sotto nel punteggio e, reagendo da grande gruppo, riuscendo ad agguantare un pari con la zampata del brasiliano Carlinhos Junior nella parte finale della contesa. Stavolta sono bastati solamente sei giri d’orologio per portare in Ticino quello che ai più è sembrato un vero e proprio exploit. Ma, a vedere in profondità lo svolgimento del match, possiamo affermare senza ombra di dubbio che la vittoria della banda sottocenerina va al di là della semplice impresa sportiva.

Sì, perché i bianconeri – che hanno approcciato la partita nella maniera ideale (e non solo per la ciliegina sulla torta griffata Alexander Gerndt) – si sono fatti, ancora una volta, preferire ai rossoblù, che hanno faticato parecchio nell’arrivare con una certa frequenza dalle parti di David Da Costa. L’estremo difensore luganese – se facciamo eccezione per il penalty parato a Mohamed Elyounoussi e all’uscita un po’ avventata del 90′ – ha vissuto un pomeriggio tutto sommato tranquillo. Ciò è stato possibile grazie a un lavoro di squadra volto all’aiuto reciproco e all’intenzione di raggiungere tutti assieme un traguardo importante. Diciassette anni e mezzo sono trascorsi per vedere il Lugano di nuovo vincitore al “St. Jakob-Park”. Il tutto, ancora, senza l’innesto dell’austriaco Marc Janko, atteso in Ticino questa settimana. Un acquisto che ha punzecchiato Gerndt, generoso come al solito e autore di una perla che fa bene a lui e a tutto l’ambiente.

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