Lugano, una vittoria che sa tanto di impresa

scritto da Claudio Paronitti

curva luganoVittoria di testa, cuore e grinta. Un Lugano combattivo stende le velleità dello Young Boys, che va in vantaggio ma non è capace di chiudere l’incontro e viene punito da un’ottima ripresa disputata dai bianconeri, tornati rigenerati dopo la pausa di metà partita. Sono i primi tre punti conquistati dal nuovo allenatore Manzo.

L’allenatore austriaco dello Young Boys, Hütter, lo aveva dichiarato nell’intervista pre-gara ai microfoni di Teleclub: “In casa i tifosi vogliono vedere una squadra che gioca a pallone e la squadra che manderò in campo lo farà”. Detto, fatto. Inizio a spron battuto dei gialloneri, che, grazie anche ad un’entrata in materia non proprio delle migliori del Lugano, già nei primi due minuti di gioco imbastiscono un paio di azioni sulla fascia di competenza di Jozinovic. I tentativi di Ravet e Hoarau si spengono a fondo campo. Il controllo della sfera, come prevedibile, è a scapito dell’YB, che continua a macinare gioco, trovando poi un’ingenuità colossale di Golemic, il quale su azione da calcio d’angolo trattiene per la maglia e in seguito affossa Wüthrich. Schärer non ha dubbi e fischia la massima punizione. Sul dischetto si presenta Hoarau, che batte Salvi, nonostante il portiere bianconero avesse intuito la traiettoria.

Per 20 minuti il Lugano gioca praticamente in trincea, e questo perché il ritmo imposto dai bernesi non permette loro di uscire dal proprio guscio. 120 secondi più tardi è Alioski, fin a quel momento un vero fantasma, che prova un tiro dai 30 metri, ripetendosi poco più tardi con un’incursione dalla destra. Il risultato è il medesimo: palla alta sopra la traversa. Lo Young Boys controlla senza alcun problema la manovra e su azione di contropiede potrebbe ancora far male. A seguito di un calcio d’angolo battuto male dai bianconeri, Mvogo fa ripartire velocemente l’azione, Ravet lancia in mezzo all’area per Kubo, che anticipa Salvi, ma per fortuna bianconera, manda il pallone a sfiorare il palo. Ancora l’estremo difensore in prestito dal Basilea è protagonista nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Prima parando un tiro (debole) di Bertone, poi impedendo a Ravet e Hoarau di siglare il raddoppio. L’unico tiro in porta del Lugano porta la firma di Mariani e si registra al 40’. La prima parte dell’incontro termina senza minuti di recupero, con l’YB meritatamente in vantaggio e con un Lugano che, malgrado un possesso palla paritario, soffre la presenza fisica e tecnica della formazione bernese.

La ripresa pare iniziare con lo stesso canovaccio, ma è solo un fuoco di paglia, perché il Lugano che esce dagli spogliatoi è un’altra squadra rispetto a quella timorosa che aveva approcciato la gara. Ne è l’esempio l’anticipo (regolare) di Wüthrich su Mihajlovic, lanciato in area da Alioski. Lo stesso esterno svizzero-macedone è protagonista al 55’. Corner per lo Young Boys, con Golemic che si immola per fermare la conclusione a botta sicura di Ravet. Mizrachi parte velocissimo in contropiede, lancia in profondità “Gianni” che supera in velocità Obexer e in uscita Mvogo, e in scivolata gonfia la rete. A questo punto un pareggio che la formazione di Manzo si è meritata con un atteggiamento gagliardo e decisamente più propositivo. Due minuti più tardi è ancora Alioski a mettere in ambasce la difesa giallonera. Stavolta il suo tiro a giro esce di un nulla, mettendo i brividi a Mvogo. Subito il contraccolpo, l’YB si vede solamente verso l’ora di gioco, con Hoarau che, liberandosi troppo facilmente di Jozinovic, colpisce la schiena di Sulejmani che stava arrivando come un treno nel bel mezzo dell’area di rigore luganese. Ennesima occasione (a dire il vero la prima della ripresa) non sfruttata dai bernesi. Al 71’ Sulmoni si inventa centometrista e con una progressione “alla Bolt” arriva fin dentro l’area giallonera palla al piede, fa partire un destro che Mvogo devia in angolo con la punta delle dita.

Un paio di giri d’orologio più tardi il cambio decisivo ai fini del risultato: mister Manzo fa uscire Padalino e fa entrare Ceesay, che va a ricoprire il ruolo di punta centrale, con Mizrachi che vira a sinistra e Mihajlovic che passa in difesa. L’israeliano si trova meglio sulla fascia e lo dimostra con un cross per Alioski, che viene anticipato con la punta del piede da Von Bergen. 7 minuti prima della fine del tempo regolamentare Golemic lancia dalla propria trequarti Ceesay, che, spostatosi sulla sinistra per ricevere la sfera, stoppa alla perfezione, s’invola verso l’area, crossa in mezzo e Von Bergen, nel tentativo di anticipare Mizrachi, infila la palla nella propria porta beffando Mvogo. Ci si aspetta una reazione veemente dell’YB, ma non è esattamente così, perché i gialloneri producono solamente un tiro dal limite di Hoarau, che fa però correre i brividi lungo le schiene dei bianconeri. Il quarto ufficiale segnala tre minuti di recupero e l’ultima punizione del match, calciata da Gajic, risulta essere innocua per Salvi. Si chiude qui un incontro dai due volti mostrati dal Lugano: un primo tempo giocato con un po’ troppa paura e una ripresa disputata in maniera più accorta e intelligente.

 YOUNG BOYS (4-4-2) – Yvon Mvogo; Florent Hadergjonaj, Gregory Wüthrich, Steve Von Bergen, Linus Obexer (73’ Scott Sutter); Yoric Ravet (77’ Kwadwo Duah), Leonardo Bertone, Milan Gajic, Miralem Sulejmani; Yuya Kubo (66’ Michael Frey), Guillaume Hoarau. Allenatore: Adi Hütter.

LUGANO (4-3-3) – Mirko Salvi; Marco Padalino (73’ Assan Ceesay), Fulvio Sulmoni, Vladimir Golemic, Goran Jozinovic; Jonathan Sabbatini, Mario Piccinocchi, Davide Mariani; Ezgjan Alioski, Ofir Mizrachi (85’ Domen Crnigoj), Dragan Mihajlovic. Allenatore: Andrea Manzo.

RETI: 9’ Guillaume Hoarau (rigore) 1-0, 55’ Ezgjan Alioski 1-1, 83’ Steve Von Bergen 1-2 (autorete).
ARBITRO: Sandro Schärer – ASSISTENTI: Sandro Pozzi, Markus Räber – 4° UFFICIALE: Pascal Erlachner.
STADE DE SUISSE: 14’300 spettatori.