Lugano-Young Boys, Celestini: “I ragazzi mi rendono felice ogni giorno, ma la strada è ancora molto lunga”

scritto da Claudio Paronitti

Andata in archivio la leggera (e facoltativa) seduta di allenamento dell’antivigilia, mister Fabio Celestini si presenta in sala stampa per cercare di decifrare ciò che attende i suoi ragazzi nel prossimo match

Fra due giorni, i bianconeri ospiteranno i campioni in carica dello Young Boys per una sfida complicata sotto ogni punto di vista. Se poi aggiungiamo il fatto che il Lugano è uscito sconfitto negli ultimi sei scontri diretti, ecco che l’impresa appare titanica.

“Al di là del gioco, sabato scorso abbiamo vinto con lo spirito di squadra – profetizza innanzitutto il tecnico -. I ragazzi hanno dimostrato di saper soffrire e una gran voglia di vincere”.

“Il successo di Lucerna è stato davvero salutare. Alla fine, avevamo una sensazione di “giustizia”. È stato liberatorio, perché volevamo sconfiggere quella specie di sfortuna che ci ha attanagliato nelle precedenti otto partite”.

“Come ho detto settimana scorsa, la mia concentrazione è solo ed esclusivamente sulla mia squadra. È stata, tuttavia, una bella iniezione di fiducia, consapevoli che il lavoro fatto ha pagato e che dovrà pagare. La strada è ancora lunga. Noi guardiamo solamente noi stessi”.

“Contro l’YB dovremo mostrare attenzione in ogni reparto. Loro hanno un pressing molto alto, hanno una convinzione nei propri mezzi incredibile. Dalla loro hanno anche la forza sui calci piazzati. Le loro caratteristiche sono davvero da grande squadra. A volte, hai la sensazione che contro di loro domini, ma alla prima occasione vieni punito”.

“Non contano i moduli e gli schemi. Ciò che è importante è la solidarietà e lo spirito del gruppo. Ogni partita ha una sua storia. I ragazzi sono bravi tatticamente, sanno mettere in atto diverse situazioni. Le mie idee sono comunque le stesse sin dal mio insediamento. Sto cercando di convincere il gruppo riguardo la mia filosofia”.

“Sadiku? È un trascinatore. A Lucerna ha dato una carica supplementare ai compagni di squadra. Ce l’ha nel DNA. Un esempio palese è il pressing alto che ha fatto da solo a inizio ripresa. Baumann? Non ha cercato scuse dopo l’errore di Sion, ha voluto ripartire e ci è riuscito. Noi vogliamo essere un gruppo vero e competitivo. Ovviamente, c’è un percorso da fare. Ma noi siamo sulla strada giusta”.

“Alla Coppa ci pensiamo, ma non più di tanto. A Thun non sarà una passeggiata. La partita di domenica dovrà aiutarci a prepararci mentalmente per i biancorossi”.

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