Mauro Giussani, storia, metodologie e Team Ticino

scritto da Walter Savigliano

Una bella intervista a Mauro Giussani, ideatore della metodologia Filrouge e responsabile della formazione dalla FE12 alla U16.

Raccontaci il viaggio che è iniziato da Mendrisio e ti ha portato al Centro Sportivo di Tenero con il Team Ticino:

Ho iniziato nella stagione 88/89 con gli allievi A del FC Mendrisio, in qualità di assistente, in questa squadra giocava l’attuale responsabile e allenatore dei portieri della nazionale Svizzera Patrick Foletti. Dopo un anno quale assistente ho preso in mano la mia prima squadra che erano gli allievi C. Da lì ho fatto poi tutte le categorie allievi, dalla scuola calcio fino agli ex interregionali, oggi chiamati Coca Cola Junior League, in questi anni ho svolto anche la funzione di responsabile tecnico del settore giovanile .

Sempre al FC Mendrisio sono stato per 2 anni allenatore della prima squadra in Prima Lega, all’epoca non c’erano le due prime leghe come adesso, ricordo con molto piacere la partita dei sedicesimi di finale di Coppa Svizzera contro il Basilea.

Dopo l’esperienza biennale con gli attivi, sono tornato nel calcio giovanile a Chiasso come allenatore della prima Under 15 e Under 14 (prima non esistevano) del FC Chiasso. Dopo le esperienze con le Under ho assunto il ruolo di Responsabile Tecnico del settore allievi del Chiasso e nel frattempo in quegli anni con Vincent Cavin è nato il Team Ticino ed io mi occupavo come responsabile, del Team Ticino Mendrisiotto.

Da quanti anni lavori con i giovani del Team Ticino e quale percorso hai avuto nella struttura?

Dopo essere entrato in pianta stabile come responsabile della preformazione al Team Ticino ho assunto il ruolo di responsabile e allenatore presso l’Accademia Team Ticino (Centro di Formazione dell’ASF a Tenero). Dall’introduzione delle squadre Footeco ho assunto anche il ruolo di coordinatore per le squadre Footeco regione Ticino e da 3 anni sono responsabile T3 ASF/Ticino, ovvero responsabile dei programmi di formazione dei giocatori che vanno dalla FE12 alla U16, sono inoltre responsabile delle selezioni Cantonali FE13 e FE14 della quale ho anche la funzione di allenatore, per terminare su incarico dell’ASF sono l’allenatore responsabile in Ticino della preselezione nazionale futura CH U15, cioè la prima selezione per la nazionale Svizzera U15.

Sei ideatore della metodologia Fil Rouge, come nasce l’idea:

Mi sento un metodologo, mi sono specializzato in quelle che sono le forme di allenamento e le possibilità d’allenamento, le quali mi hanno sempre molto incuriosito. L’inizio di questa curiosità è stato dettato dall’ASF quando ha introdotto le prime metodologie a livello svizzero che erano obbligatorie per tutti i club; noi come Team Ticino ci siamo messi a disposizione e siamo stati poi scelti per fare da tester, con l’allora Michel Richard, che era il responsabile ASF di quello che era il progetto metodologico. Teniamo conto che le prime metodologie ufficiali, sono nate tra il 2003 e il 2005. Ho collaborato con Michel nello sviluppo di queste metodologie e relative modifiche o adattamenti, per quella che era la metodologia ufficiale per le categorie U14/15. In seguito è stata creata anche la metodologia per le U12/13 nella quale abbiamo ancora partecipato. Abbiamo poi dato un contributo anche a quella che è la metodologia U16 che però ufficialmente non è mai uscita. Dopo queste esperienze è rimasta in me questa idea di creare una nostra metodologia, chiaramente improntata sulle direttive ASF e modellata alla nostra realtà calcistica. Da qui è nato il Fil Rouge fatta da una somma di molteplici esperienze negli anni. Con l’avvento di Internet poi, si trovavano esercizi da tutte le parti e in tutti modi, tutto questo creava confusione e poca organizzazione, portando l’accento sulla ricerca della “bellezza” dell’esercizio anziché sul contenuto. Abbiamo quindi deciso di applicare questa metodologia che portiamo tutt’ora in avanti e che riteniamo abbia la sua validità.

Da quanti anni viene utilizzata questa metodologia all’interno del Team Ticino?

In modo ufficiale siamo partiti nella stagione 2012/2013. Ci tengo a sottolineare che secondo me una metodologia è valida se adattata alla realtà calcistica e al contesto sociale di dove la applichi, deve inoltre essere sempre in evoluzione, altrimenti con la velocita in cui cambiano le che cose al giorno d’oggi una buona metodologia diventa vecchia.

La metodologia è stata approvata dell’ASF ed é molto apprezzata, riceviamo molte richieste di visite al Team Ticino per venire a vedere come lavoriamo, altre volte riceviamo inviti per dimostrazioni o conferenze dall’estero, come ad esempio dai responsabili dalle Nazionali Italiane, i quali ci hanno invitato per una dimostrazione pratica e teorica su come lavoriamo con Fil Rouge al Team Ticino

Come è cambiato il mondo del calcio giovanile negli ultimi anni?

È cambiato! Non in peggio e non in meglio, è cambiato e quindi dobbiamo cambiare il modo di formare. Un esempio: per la condizione fisica, oggi possiamo sapere qualsiasi cosa fa un giocatore in qualsiasi fascia d’età. Una volta il più forte era davanti a correre è l’ultimo dietro a cercare di chiudere le file. Oggi questo non sarebbe più possibile perché i ragazzi hanno conoscenze, rispetto ad una volta. Oggi i ragazzi sono molto informati e curiosi, il ragazzo deve sapere perché fa qualcosa, non ci sono più quelli che facevano perché tu glielo dicevi. Questo è un cambiamento radicale. Un formatore ora se non dà delle motivazioni, se non è credibile oppure non è coerente diventa viene subito messo in difficoltà. Il formatore deve sapersi adattare e capire chi ha di fronte.

Davide Di Giulio

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