MLS, Leonardo Bertone: «A Cincinnati vivo serenamente, non sono venuto in vacanza ma per crescere ancora di più»

scritto da Claudio Paronitti

Leonardo Bertone – © FC Cincinnati

All’inizio del 2019, Leonardo Bertone lasciava lo Young Boys per iniziare una nuova avventura nella Major League Soccer tra le fila di Cincinnati, franchigia con sede nello Stato dell’Ohio

A sei mesi di distanza, il campionato nordamericano è in pieno svolgimento, ma il 25enne centrocampista svizzero non ha affatto dimenticato la capitale federale. Lo conferma lui stesso in un’interessante intervista rilasciata al sito web ufficiale dei duplici campioni elvetici in carica.

«A Cincinnati sto molto bene, vivo in centro città e in un complesso di appartamenti che dispone di una propria reception. La distanza dal campo di allenamento è di soli venti minuti, mentre per andare allo stadio ne servono solamente un paio. Come calciatore è tutto nuovo, come il ritmo quotidiano delle sedute».

«A volte, a Berna ci trovavamo spesso sul campo due volte al giorno, mentre qui a Cincinnati ci alleniamo una sola volta. Ciò significa che ho parecchio tempo libero. Ma non sono venuto negli Stati Uniti in vacanza, ma per crescere ulteriormente».

«In Nordamerica, il calcio è diverso da quello svizzero. In Super League ci si basa molto sulla tattica, qua su potenza e intensità. Ci sono molti ribaltamenti di fronte e questo mi piace».

«Sfortunatamente, in questo momento siamo lontani dai playoff, è la realtà. Dopo un inizio negativo, la società ha cambiato allenatore e noi non riuscivamo a trovare la via. E ciò, malgrado un incredibile e fantastico sostegno da parte dei nostri tifosi alle partita casalinghe (finora, la media spettatori è di 28’177)».

«Mollare in questo preciso momento non è un’opzione che abbiamo preso in considerazione. Il nuovo coach lavora duramente, vuole inculcare nelle nostre menti la sua filosofia di gioco, pensando però già alla prossima stagione. È un avvocato del calcio moderno, preferisce soluzioni basate sul fraseggio che le palle alte».

«Con un paio di ex-compagni di squadra allo Young Boys sono rimasto in contatto grazie a una chat sul social WhatsApp. Quando è stato possibile, ho guardato le sfide del girone di ritorno. Anche qui arriva il segnale di Swisscom TV. Adesso, invece di essere un giocatore giallonero, sono un tifoso dell’YB».

«Della capitale elvetica mi manca la gente, con cui ho un grande rapporto: la famiglia, gli amici e i colleghi. Lo si capisce solamente quando si è lontani. L’avventura all’estero non durerà tuttavia in eterno (ride)».

«Con l’inglese non ho particolari problemi. Ora cerco di capire il dialetto locale e alcune sue peculiarità. Funziona già abbastanza bene».

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