MY LIFE: questa mia vita (13)

scritto da Davide Perego

L’anno prossimo, Patrick Moraz avrà 80 anni. Lui, ovvio, non è un giocatore di calcio. Ha studiato al conservatorio di Losanna; ha suonato fra gli altri negli Yes prendendo il posto di Rick Wakeman, oltre ad essere stato un componente dei Nice in sostituzione di Keith Emerson. Forse non tutti sanno che il tastierista di Morges ha suonato anche in uno degli album di maggior successo dei Moody Blues: e non si tratta di un disco Prog.

Long Distance Voyager è dell’81 e per chi scrive, nonostante una collezione di vinili dei migliori album della band di Birmingham, è uno degli album della vita.

“Perchè sono così nervoso” (Why I am so nervous”) dovrebbero chiederselo coloro che hanno scelto uno sport che non sanno reggere. Giocare a pallone – magari ad un certo livello – significa anche avere rispetto di chi questo gioco lo pubblicizza, lo ama al di là del dio denaro, lo eleva in qualsiasi livello a divertimento popolare per eccellenza.

Molti di coloro – oggi – sono popolari grazie alla rete e a chi – senza guadagnarci un franco – macina chilometri per scriverne.

Si è sostenuto fino alla nausea che il cervello di una buona parte di calciatori sia limitato. Ne abbiamo riprova ogni giorno anche leggendo la posta o i messaggi che riceviamo. Abbiamo tuttavia rispetto per tutti e siamo davvero spiaciuti se tra coloro che continuano a leggerci senza apprezzarci ci siano anche giocatori mediocri e raccomandati che hanno avuto soltanto la fortuna (non il merito) di appartenere ad una società di grande tradizione.

I social sono brutte bestie: utili per lo più quali rifugi per sfogare le proprie colpe e le evidenti carenze di intelligenza. Lo sfogo fa bene alla salute. Anche se poi il bersaglio non lo si centra (quasi) mai. Nella stessa misura con la quale più o meno non si riesce a giocare una partita decente.

Ecco perchè amo il calcio. Non i calciatori.

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