Omar Faye: la gioia dei trentanni

scritto da Davide Perego

Compie oggi 30 anni uno dei calciatori maggiormente affossati dallo scandalo delle scommesse che nel novembre del 2009 toccò anche la Svizzera.

Omar Faye, la sua punizione l’ha scontata tutta. Non come molti di coloro che invece l’hanno fatta franca. Se vi ricordate l’autunno del 2009 non potrete fare a meno di pensare al più grande scandalo delle partite truccate nella storia del calcio. Quasi tutti i calciatori colpiti o sfiorati dalle indagini della procura di Bochum sulle partite truccate che hanno militato nelle squadre svizzere sono stati sospesi o licenziati. Nella rete finisce anche un giovane giocatore senegalese, Pape Omar Faye, che ha da poco completato con il Thun una serie di 13 partite e 13 reti nella prima parte della stagione.

Il club bernese lo mette immediatamente fuori rosa. Faye pensa al suicidio, poi trova la forza di reagire e scompare in Vietnam. A breve arriverà la maxi squalifica da quattro anni e mezzo che non impedisce al la punta senegalese di iniziare quel conto alla rovescia con il solo pensiero rivolto al gioco.

Vergogna, pensieri suicidi, rimorsi. La nazionale, le voci di squadre tedesche e inglesi interessate quando segnare un goal era per lui la cosa più facile di una partita sono solo un rimpianto cancellato dalla somma di 7.000 franchi ricevuti per giocare all’85% delle proprie possibilità. Faye non ha niente da perdere. Si concede e descrive dettagliatamente il mondo oscuro delle manipolazioni. Alla fine del 2014, le autorità calcistiche gli concedono la grazia.

Nel FC Thanh Hoa, in Vietnam, il calcio è però anche vita da caserma: la palla è sempre rotonda, ma tutta la squadra alloggia e mangia insieme. La giornata finisce alle 18.00 e scatta il coprifuoco: alle 21.30 le porte dello stadio dove vive la squadra si chiudono. Impossibile uscire o rientrare dopo quell’ora. Faye però non chiede altro che giocare a calcio. Il suo “contratto” è scaduto ieri. Chissà cosa riserverà il futuro.

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