Perchè sono stato e resto un “Hooligan” ?

scritto da Davide Perego

Sono stato e sono un hooligan. Inteso come lo intendono i giornalisti. L’etichetta mi è rimasta appiccicata grazie alla stampa.

In effetti, una ventina di anni fa, secondo i giornali – tutto documentabile – sono finito “alla sbarra”, denunciato per “diffamazione” da parte di un club professionistico di hockey. Un bel titolone in prima pagina con foto, nome e cognome. Nessun riscontro quando dopo un paio d’anni l’accusa si rivelò infondata e il club dovette pagare una cifra a quattro zeri per le spese legali. Nessun risarcimento alla mia immagine.

Chissà se per lo stesso motivo, la Polizia mi venne a cercare una notte per portarmi via di casa davanti ai miei genitori in lacrime senza dare una giustificazione. Avevo sulla mia vecchia “Wolkswagen Derby” gli adesivi di un gruppo ultrà. Il numero di targa fu segnalato da un infame che sosteneva di essere stato derubato proprio da me all’uscita da un locale. Quello che ne seguì fu un processo illegale senza avvocato difensore, culminato con un sopralluogo sul posto di lavoro da parte di un maresciallo per verificare che io fossi un hooligan (prima di tutto) e poi anche un ladro aggressore.

Per un intero week end mi fu chiesto di non allontanarmi da casa. Anche in questo caso, i giornali ci marciarono e come accadde per l’episodio precedente si rivelò tutto un errore. Le scuse non lenirono la rabbia per l’ingiustizia con la quale l’ignoranza dei media avesse potuto rovinarmi l’esistenza compromettendo la fiducia del mio datore di lavoro.

C’è un malcostume generalizzato quando si vuole sconfinare nel mondo del tifo e sarebbe prima di tutto “onesto” darci un taglio senza possedere una minima conoscenza dei fatti e dei termini che si utilizzano per fare mercato di piazza.

Se l’intento è quello di spaventare le persone o meglio, di sensibilizzarle di fronte alle conseguenze di certi atteggiamenti, ci sono enti istituzionali predisposti per farlo.

Fatti e termini, esposti senza mai aver messo piede in uno stadio, esplodono come una bomba sulle vite degli altri.

Una cosa è certa: le situazioni – quando si parla di tifoserie – non sono mai come vengono dipinte. E’ questo il reato più grande.