Renzetti-Manzo, una manita per dirsi addio?

scritto da Claudio Paronitti

manzo renzettiLe cinque reti subite dal fanalino di coda Vaduz aprono uno scenario che finora solo i più maliziosi avevano creduto potesse diventare realtà. Quella appena iniziata sarà la prima delle ultime due settimane del 55enne veneziano in qualità di allenatore capo del Football Club Lugano?

È chiaro a tutti oramai, e dopo l’umiliazione del Rheinpark è ancora più evidente: il rapporto tra il numero uno bianconero Angelo Renzetti e il tecnico Andrea Manzo si è incrinato. Anzi, a dire la verità, non è mai decollato. E il fischio finale dell’arbitro Alain Bieri ha fatto toccare al barometro i minimi storici. In questi cinque mesi di forzata convivenza sono state poche le volte in cui i due se le sono mandate a dire. In altre parole, la sintonia regnava sovrana. E nessuno osava criticare l’altro. Fino alle 15:35 di ieri pomeriggio.

Ma facciamo un passo indietro: era il 17 giugno, mancavano quattro giorni all’inizio astrologico dell’estate e la società bianconera aveva appena informato il pubblico dell’avvenuto insediamento “ad interim” di Andrea Manzo, tecnico che fino a poco più di un mese prima allenava la formazione Under 21 in Seconda Lega Interregionale. È proprio quell’interim che lascia di stucco tutti. Dopo il cortese addio del “Maestro” boemo Zdenek Zeman (che non vedeva a lungo termine un progetto di miglioramento della squadra, nonché della società) e i numerosi no incassati dai vari Vincenzo Vivarini, Paolo Tramezzani e Ciriaco Sforza, il Presidente si era visto costretto ad assegnare la panchina a un tecnico valido, ma senza esperienza a livelli maggiori. Dotato del diploma UEFA Pro, Manzo è stato insignito del titolo di allenatore principale sette giorni più tardi. La decisione, come comunicato dalla stessa società ticinese, è stata presa alla base dell’alchimia creatasi tra il mister, i giocatori e l’ambiente circostante. Era evidente però, già a quei tempi, che la conferma dell’allenatore italiano era stata dettata più da pressioni esterne che dalla convinzione vera e propria di fare un salto nel vuoto sperando di ripetere in meglio la stagione scorsa.

Ricordiamo che il giorno del raduno, il 20 giugno, le “Teste Matte” avevano esposto il seguente, significativo, striscione davanti alla Tribuna Monte Brè: “Coach provvisorio, Pres. contradditorio: vergognati!”. Un segnale molto forte nei confronti della società sottocenerina, lodata dagli ultras per gli sforzi profusi nel corso del tempo, ma allo stesso tempo criticata per la maniera “poco professionale” con la quale si è giunti a una decisione così importante. Dopo la salvezza agguantata all’ultimo respiro al primo giro di Super League, si credeva di aprire un nuovo ciclo senza più dover ricorrere ai mezzi di comunicazione per lavare “i panni sporchi”. Un avvenimento che puntualmente, nel grigio pomeriggio autunnale del Principato, è arrivato, proprio nel momento in cui la squadra non si esprime ai suoi massimi livelli.

È molto probabile che Manzo verrà confermato almeno fino al termine del girone d’andata. Ci sono ancora due fondamentali partite da disputare: domenica 4 dicembre a Cornaredo contro il Thun e domenica 11 dicembre al Letzigrund contro il Grasshopper. Da queste sfide si capirà molto del futuro bianconero: l’avventura del mister italiano continuerà o chiuderà i battenti dopo appena 18 giornate e sei mesi di forzata convivenza? Renzetti avrà ancora la voglia di dare fiducia a un tecnico sfiduciato in tutti i sensi? Chi lo sa. L’unica certezza è che i bianconeri si ritrovano con l’acqua alla gola come non mai e con l’obbligo di ritrovare sé stessi il più in fretta possibile. Un’inversione di tendenza nei prossimi quattordici giorni e tutto cambierà, questo è ovvio. Ma riusciranno i ragazzi a rispondere presenti e a salvare il salvabile? In riva al Ceresio, tutti lo sperano. E con loro anche Manzo…

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