Report UEFA: povera Italia; Svizzera nel gruppone

scritto da Davide Perego

Quando una ventina d’anni fa scrisse “Nel fango del dio pallone”, Carlo Petrini denunciò tutto quanto i padroni del calcio non avrebbero mai voluto far sapere.

Tutto, ma non proprio. Perché a distanza siderale dagli avvenimenti arcinoti la situazione è drammaticamente peggiorata. Nemmeno il tempo di archiviare frettolosamente il dossier con il quale “Il Giorno” ha spalancato le porte su tesseramenti e provini a pagamento, che la “Gazzetta dello Sport” nello spazio “Business e politica” ha sottolineato con numeri traducibili anche da un neofita la crisi di rinnovamento di un settore intero.

“ Un calcio italiano malaticcio e il guaio è che i “politicanti” del pallone se ne infischiano…”.

Così scrive Marco Iaria che invita alla lettura di quel Benchmarking Report 2016 dell’Uefa che fotografa lo stato di salute del calcio nel vecchio continente. Ad ogni modo, quel che più ci riguarda, è che nella classifica relativa alle incidenze delle entrate commerciali sul fatturato 2015-2016 riferito alle 20 Top leghe europee, la Svizzera si colloca al 14eismo posto con una percentuale di ricavo del 31%.

Molto interessante l’incidenza degli stipendi dei calciatori sul fatturato di un club: nel caso del calcio italiano questo indice rappresenta il 68% ed è inferiore di un punto percentuale soltanto a quello della Ligue 1 francese. Con una media europea assestata attorno al 35%, l’incidenza del debito sul fatturato dell’azienda “Serie A” è addirittura del 63%.