RSL, alla vergogna arbitrale non c’è mai fine

scritto da Claudio Paronitti

fc-lugano-fc-st-gallen-domenica-6-novembre-2016Oggi a Cornaredo la classe arbitrale ha toccato veramente il fondo con una direzione di gara palesemente a favore del San Gallo. Il Lugano non merita assolutamente un trattamento del genere. Sembra proprio che a Berna abbiano già deciso a priori quale dev’essere la formazione a dover scendere di categoria a fine stagione

In un pomeriggio dove, nell’altra sfida giocata in contemporanea, Vaduz e Grasshopper si sono lasciati con un risultato ad occhiali, l’occasione per distanziarsi ancora di più dai bassi fondi della classifica era ghiotta. Se però ti trovi davanti una terna arbitrale non adatta a dirigere a certi livelli ecco che tutto cambia. Era già accaduto negli istanti finali del pareggio contro il Basilea (con il rigore inesistente fischiato a favore dei renani), ma l’arbitraggio odierno di Klossner ha del ridicolo. Se contro i pluricampioni un “misero” errore ha condannato i bianconeri, contro i sangallesi è andata decisamente in maniera diversa. Sin dal fischio d’inizio, per poi continuare per tutto il resto del confronto, si è assistito a una direzione a senso unico. La conferma si ha nel fatto che al primo, innocuo, intervento falloso i ticinesi sono stati immediatamente puniti con il cartellino giallo (alla fine se ne registreranno ben 5 tra le fila luganesi e solamente 2 – dati sfl.ch – tra i biancoverdi), mentre agli svizzero-orientali tutto è stato concesso. Il punto più basso che è stato toccato ha riguardato l’uscita dal campo di Bunjaku: facendo finta di non essere l’uomo che doveva essere sostituito, il nazionale kosovaro ha abbassato la testa e solamente un’energica spinta di Urbano lo ha fatto andare a bordocampo, accompagnato letteralmente dall’arbitro, al quale, prima di uscire, ha persino dato la mano come segno di complimento. Cose dell’altro mondo. In più, beffa delle beffe, il Lugano si è visto comminare un’espulsione (Sulmoni) e due allontanamenti dalla panchina (mister Manzo e il team manager Manna), mentre contro il tecnico tedesco del San Gallo, Zinnbauer, lamentatosi per tutto il match, non è stato preso alcun provvedimento. Sono stati applicati i classici due pesi e due misure, anche se si può tranquillamente aumentare il numero di essi. È risaputo che al di là del Gottardo i ticinesi danno fastidio, ma così è troppo e sarebbe opportuno che, come accaduto nell’hockey, anche la dirigenza bianconera del calcio picchi i pugni sui tavoli della Federazione.

Detto ciò, la partita ha offerto uno spettacolo apprezzato dai pochi intimi che hanno affollato le tribune di Cornaredo. Il primo spunto è di marca sangallese e capita sui piedi del già citato Bunjaku, che dal punto del rigore spara alta una palla che chiedeva semplicemente di essere mandata in porta. Un batti e ribatti in area bianconera offre un’altra occasione agli ospiti: Aratore calcia alto sopra la traversa. Ai primi minuti di chiara marca ospite, il Lugano risponde con un affondo che porta al vantaggio. Mariani pesca con un passaggio di rara precisione Piccinocchi, ottimo nell’inserimento in profondità, il quale crossa al centro dell’area dove arriva come un rapace e la consueta velocità supersonica il solito Alioski che da cinque metri non sbaglia, mandando in delirio i tifosi. È il 9° gol stagione per il biondo macedone, sempre più fondamentale negli schemi bianconeri. L’uscita di “Picci” al 15′, unita all’assenza per infortunio di Sabbatini, cambia volto al centrocampo luganese. Al posto del gioiellino italiano entra Rey, che eredita la fascia di capitano dalle braccia di Padalino. Nel giro di tre minuti vengono poi commessi altrettanti falli cattivi nei confronti di Alioski: nessun fischio e nessun avvertimento. Rosseti riceve pochi palloni giocabili, e quando ne ha uno sui piedi riesce a calciare di sinistro. Il suo tiro viene però deviato in corner da un difensore e l’angolo che ne consegue non viene sfruttato a dovere e si rimane sull’1-0. Il San Gallo esce dal torpore in cui il Lugano lo aveva mandato quando il cronometro indica la mezz’ora: a seguito di una punizione Buess si trova libero dentro l’area, calcia di potenza chiamando Salvi al miracolo, che si rivela doppio sulla ribattuta con la sfera che l’estremo difensore di scuola Basilea spedisce in corner. Il vantaggio al termine del primo tempo sarebbe un giusto premio per la banda bianconera, ma gli ospiti non sono affatto d’accordo. Una dormita della difesa (con Padalino che si accentra troppo lasciando l’uomo libero) permette ad Aratore di stoppare il pallone e crossare in tutta tranquillità sulla testa di Ajeti, che incontrastato fa 1 a 1. È una doccia fredda, come il vento gelido che ha soffiato per tutti i primi 45 minuti di gara sulla zona di Cornaredo.

Usciti dagli spogliatoi, gli uomini di Manzo, pur non creandosi vere occasioni per il raddoppio, continuano a macinare gioco e mostrare i movimenti migliori. Ma la legge non scritta del calcio questa volta gira le spalle ai bianconeri. Corre il minuto 58, c’è un angolo per gli ospiti: in mischia Bunjaku trova il primo vantaggio. Che dura lo spazio di otto minuti, quando Mariani, autore di una prova abbastanza incolore, trova un golazo. Così come gli era capitato due settimane or sono contro il Basilea, anche oggi il ragazzo giunto in estate dalle rive del Reno si ripete. Grazie anche a delle marcature molto ampie, il numero 20 prende palla sulla tre quarti, vede Stojanovic appena fuori dai pali e fa esplodere un tiro precisissimo che si infila nel sette per quello che è il suo secondo gol stagionale. La gioia dell’intero stadio – eccetto per la Curva Nord, desolatamente vuota per protesta delle “Teste Matte” – viene però spezzata a un quarto d’ora dal termine. A gioco fermo (la palla infatti doveva ancora essere messa in gioco) l’assistente sotto la Tribuna Monte Brè segnala un intervento irregolare di Sulmoni nei confronti di un avversario. L’arbitro si avvicina al difensore ticinese e gli estrae in faccia il cartellino rosso. Oltre al danno, anche la beffa: Klossner, infatti, decreta inspiegabilmente il calcio di rigore (trasformato poi da Aratore, che spiazza Salvi). Nell’occasione non si capisce come mai un corpo a corpo di quelli che accadono a bizzeffe in ogni partita venga punito con una punizione così severa. Per di più, il contatto è avvenuto fuori dall’area di rigore, con il segnalinee che si trovava a distanza siderale dal fatto. Il punto più basso della direzione di gara odierna deve però ancora avvenire: è l’ottantesimo, Padalino viene steso all’interno dell’area sangallese: il rigore è palese, ma nessun fischio giunge dalla bocca di Klossner. Il primo assistente, che ha visto l’intervento falloso in quanto aveva la visuale libera, non fa alcun cenno e il gioco prosegue. Ci sarebbe anche un secondo possibile penalty non decretato a favore dei padroni di casa per una trattenuta dubbia su Rosseti. Ma la frittata era già stata fatta.

Per la seconda volta consecutiva tra le mura amiche i bianconeri ottengono meno di quello che avrebbero sicuramente meritato. Se gli avversari sono più bravi di te, come dice sempre mister Manzo, a fine partita ci si alza e gli si dà la mano. Questa non è però l’occasione di farlo. Peccato, perché con cinque punti in più (due contro il Basilea e tre oggi) il Lugano si troverebbe in una posizione di classifica più consona alle proprie potenzialità e qualità. D’altronde, ci stiamo avvicinando al periodo natalizio. E i regali vengono consegnati anche quando non si merita di riceverli…

IL TABELLINO

FC LUGANO-FC ST. GALLEN 2-3 (1-1)

CORNAREDO – 3’055 spettatori.

RETI – 8′ Ezgjan Alioski 1-0, 43′ Albian Ajeti 1-1, 58′ Albert Bunjaku 1-2, 66′ Davide Mariani 2-2, 76′ Marco Aratore 2-3 (rigore).

AMMONITI – 4′ Marco Padalino, 13′ Lorenzo Rosseti, 26′ Nzuzi Toko, 73′ Domen Crnigoj, 93′ Antoine Rey, 95′ Vladimir Golemic, 95′ Alain Wiss.

ESPULSO – 75′ Fulvio Sulmoni.

FC LUGANO (4-3-3) – Mirko Salvi; Marco Padalino, Fulvio Sulmoni, Vladimir Golemic, Goran Jozinovic; Bálint Vécsei (59′ Domen Crnigoj), Mario Piccinocchi (15′ Antoine Rey), Davide Mariani; Ezgjan Alioski, Lorenzo Rosseti, Ofir Mizrachi (76′ Orlando Urbano). Allenatore: Andrea Manzo.

FC ST. GALLEN (4-4-2) – Dejan Stojanovic; Silvan Hefti, Karim Haggui, Roy Gelmi, Andreas Wittwer (92′ Martin Angha); Marco Aratore, Alain Wiss, Nzuzi Toko, Albert Bunjaku (88′ Lucas Cueto); Roman Buess (83′ Mario Mutsch), Albian Ajeti. Allenatore: Joe Zinnbauer.

ARBITRO – Stephan Klossner; ASSISTENTI – Marco Zürcher e Jan Köbeli; QUARTO UOMO – Vladimir Ovcharov.

2 commenti

Natale
Natale 7 Novembre 2016 - 8:13

Natale.
L`arbitro Moreno a confronto di certi o la maggioranza degli arbitri che militano nei vari campionati svizzeri è un Santo!, ma io mi focalizzerei, sui preparatori, o formatori degli arbitri, sui nostri campi se ne vedono di tutti i colori, poi quando vengono presi di mira piangono, fanno le vittime, e vanno in televisione o sui giornali a esternare il loro disappunto, premetto che sono fermamente contrario ad ogni azione violenta anche verbale contro gli arbitri, non ce ne uno che chiede scusa per gli errori commessi, perchè di errori si tratta, altrimenti entriamo in un terreno molto pericoloso, sono dell`avviso che si debba metter mano e rivedere la classe dirigente, osservativa, e formativa degli arbitri, non si può andare avanti con una classe ottusamente arrogante, e incapace.
Natale.

Davide Perego
Davide Perego 7 Novembre 2016 - 8:28

Concordo. Il tema è però difficile. Complicato. Ieri mattina ho visto una partita di 2002: il mio giudizio sull’arbitraggio è stato positivo al 100%. Per gli allenatori delle due squadre “uno così non dovrebbe arbitrare”. Il giudizio oggi è negativo a prescindere ed è molto facile perdere lucidità nel giudizio. Diciamo una cosa se me lo consentite: un arbitro scende in campo e si deve guadagnare un giudizio partendo dal concetto che è un pirla. Un po’ come la squadra ticinese che quando varca il Gottardo sa che per vincere non basta segnare un goal in più del proprio avversario: ne devi segnare due o tre perché almeno uno te lo annullano, perché i cartellini non sono mai equi, perché al limite c’è sempre un rigore che non esiste…….

Questa situazione è sempre molto più complicata. La colpa è anche della dirigenza del calcio mondiale che continua a non volersi affidare alla tecnologia se non nel post partita per confermare o smentire errori sui quali non si può evidentemente ritornare.

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