RSL: Grasshopper una crisi infinta

scritto da Flavio Ferraria

La tristezza di un GC alla sbando

Una squadra allo sbando, in piena lotta per non retrocedere, l’infermeria piena di giocatori titolari, la squadra piena di volenterosi “ragazzini”. Uno schiaffo alla logica, al buon senso. Si conoscevano le virtù (poche) e i limiti (molti) della squadra, la stagione scorsa aveva lasciato una traccia facile da immaginare. era logico che bisognava partire e lavorare dalla quelle macerie. Ristudiare moduli, meccanismi e lavorare sul mercato trovando individualità di valore adatte per il campionato elvetico.

Alle partenze di giocatori come Sigurjonsson, Kamberi e Brahimi, ne sono arrivati altrettanti di scarso livello e di certo non hanno alzato la qualità della squadra. Il Grasshopper oggi è in totale confusione e abbandonato dal suo pubblico. Le sue migliori virtù: amore per la maglia e passione si sono perse progressivamente scadendo in un grigiore collettivo.

Si ha l’impressione di un giocattolo che non funziona più, corrotto dal tempo o da vizi di costruzione e da una dirigenza che in pratica non esiste. Il Grasshopper che ha perduto sia con il Basilea, sia con l’YB non ha avuto né spirito, attenzione e né slanci agonistici. E’ rimasto quello di sempre, quello delle ultime stagioni: disattenzioni in difesa, centrocampo che balla, goffo in attacco.

La posizione in classifica deve produrre rabbia, non rassegnazione, non torpore. Fink non è un giovincello è un tecnico attrezzato per portare la squadra fuori dal tunnel, ma il tempo stringe e domenica c’è la classica partita da sei punti contro il Neuchatel. Oggi il GC non esiste come insieme, come spirito collettivo. Fink deve far presto e salire la classifica, altrimenti sarà lui l’unico responsabile e la dirigenza (quale?) dovrà correre ai ripari anche se gli esoneri sono sempre deprecabili, ma il GC è patrimonio del calcio svizzero, della città di Zurigo e vederlo così fa male al cuore.