RSL – il power ranking della 20esima giornata

scritto da Pier Luigi Giganti

Ecco il power ranking della seconda tornata di ritorno della Super League secondo Chalcio:

  1. Lucerna: la fase offensiva del giocattolino assemblato da Babbel è una goduria. Due elementi non più di primo pelo come Schneuwly e Neumayr a coordinare un esercito di ragazzini che corrono, dialogano e puntano la porta avversaria. Oliveira, Rodriguez, Kryeziu e Itten hanno in mano le chiavi del futuro lucernese: per il momento si sono dati come obiettivo il secondo posto;
  2. Lugano: di questi tempi affrontare il Grasshopper è una manna dal cielo. Il materiale umano a disposizione di Tramezzani, soprattutto dalla cintola in su, è di prim’ordine. È piaciuta la maniera, seria ma non isterica, con cui il tecnico reggiano ha reagito al poker subito a Basilea e hanno convinto alcuni dei correttivi apportati – il ritorno di Rey e Padalino in primis;
  3. Basilea: la solita minestrina riscaldata ormai ha stufato. Una grande con velleità europee non può mascherarsi da provinciale sparagnina come ha fatto alla Stockhorn Arena. È ora di cambiare menu, o meglio ancora chef;
  4. San Gallo: una sola sconfitta nelle ultime otto partite, arrivata al Sankt Jakob e con il minimo scarto. Da quando Zinnbauer, a partire dalla quindicesima giornata, ha schierato la difesa a tre i biancoverdi sono un’altra squadra. Il 2-1 sul Losanna tiene vive le (poche) speranze di corsa al quarto rango;
  5. Sion: dopo la prestazione incolore allo Stade de Suisse, i biancorossi recuperano almeno il carattere. Sotto di una rete e poi acciuffati sul due pari, i vallesani trovano la forza per dare il colpo di reni negli ultimi venti minuti. Zeidler indovina i cambi: rapidità e ampiezza con Follonier, fiuto del gol e classe con Bia. La difesa, però, alla media di tre reti a partita (nel 2017) ha bisogno di una registrata; a dirlo prima ancora di Chalcio è il presidentissimo Constantin che apparentemente ha in serbo un botto di mercato finale;
  6. Thun: fin quando arriva davanti al portiere avversario è una delle formazioni più belle del torneo: coriacea, rapida ed elegante. La sfida con i campioni ha ribadito, però, che la fase conclusiva è un pianto greco; se i correttivi adeguati non arriveranno velocemente, nell’Oberland bernese si continuerà a camminare sul filo del rasoio;
  7. Losanna: il filotto orribile continua. L’ultima volta che i vodesi avevano festeggiato i tre punti, l’estate si era spenta da appena dieci giorni; sembra una vita fa. L’inverno ha ghiacciato l’universo Celestiniano e la prospettiva di recarsi a Basilea nel prossimo fine settimana fa correre un brivido gelido lungo la schiena del tecnico losannese e dei suoi ragazzi;
  8. Vaduz: le cifre non tradiscono mai: 0.85 di media punti a partita, 2.4 reti incassate per incontro. Di questo passo la Challenge League è irrimediabilmente dietro l’angolo;
  9. Young Boys: squadra che vince non si cambia, così recita uno dei dogmi calcistici maggiormente accreditati. Adi Hütter gioca a fare il brillante, accantona Mbabu e Rochat per dare fiducia a Lecjaks e Nuhu. Il ceco se la cava, ma il ghanese è imbarazzante e il tecnico austriaco deve ora raccogliere i cocci: Basilea sempre più irraggiungibile e la coppia Lucerna – Sion ben in vista nello specchietto retrovisore;
  10. Grasshopper: le Cavallette versione 2016-17 stanno infangando il blasone della squadra maggiormente titolata del paese. Son tutti colpevoli, in blocco: dirigenti, staff tecnico e giocatori. C’è solo da sperare per i tifosi zurighesi che il punto più basso della stagione sia stato toccato a Cornaredo.

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