RSL, lo Zurigo cala il tris e a Lugano la luce rimane spenta

scritto da Claudio Paronitti

Nell’ultimo incontro prima della pausa dedicata alle nazionali, il Lugano soccombe sotto i colpi di uno Zurigo solido ed efficace: nel 3-0 finale spicca il golazo di Michael Frey a inizio ripresa

È oramai appurato: il Lugano bello e sbarazzino di luglio e agosto non c’è più. Il primo tempo di Zurigo lo conferma, con una squadra, quella diretta da mister Tami, in difficoltà a contrastare il gioco dei padroni di casa, che per mezz’ora almeno mostrano il loro valore. I bianconeri, entrati in campo senza capitan Sabbatini (la fascia è finita sul braccio di Sulmoni) e Crnigoj su tutti, vengono sovrastati nei contrasti da dei tigurini che fanno valere il loro fisico. Gli unici ragazzi in maglia nera a sembrare pronti a tale esercizio sono il debuttante Amuzie e Vécsei. Gli altri paiono fuori forma (e non conta la partecipazione all’Europa League). I biancoblu zurighesi si mostrano intraprendenti sin dall’avvio di gara. Così, è inevitabile che le prime conclusioni arrivano dalle parti di Da Costa: Pálsson prima (con il portiere che blocca a terra senza particolari problemi) e Rodríguez poi (con un tiro deviato in corner dopo erroraccio in impostazione di Mihajlovic) costituiscono le prime avvisaglie di ciò che accadrà di lì a poco. Sull’orologio scorrono i minuti e al 10′ l’estremo difensore luganese deve intervenire alla grande per respingere un destro a giro da dentro l’area di rigore di Rodríguez. Nella fattispecie, la rimessa a lunga gittata è fondamentale per la conclusione del numero 68, il quale viene lasciato troppo libero di calciare. Trascorrono esattamente dieci minuti e lo Zurigo si porta in vantaggio. È la logica conseguenza di un predominio territoriale, e sul piano del gioco, da parte degli uomini di Forte. A dire il vero, il gol è un po’ rocambolesco, ma tant’è: nel calcio i gol cosiddetti “sporchi” sono quelli che più di altri fanno la differenza. Un corner regalato da Vécsei e calciato dal solito Rodríguez è all’origine dell’autorete di Daprelà: il terzino sinistro, che abbraccia platealmente Dwamena nell’occasione, si scontra con Milosavljevic, la sfera sbatte sulla sua testa e termina in fondo al sacco. Non appagato, lo Zurigo continua la sua pressione e si fa vedere dalle parti di Da Costa con un destro velenoso dai 25 metri di Thelander. Il palo di Dwamena su punizione dal limite alla mezz’ora è l’ultima chance per dei padroni di casa padroni della partita (scusate il gioco di parole). Gli ospiti non mostrano granché, se non un tiro velleitario di Mariani parato senza affanno da Vanins e un’uscita dello stesso portiere lettone su Bottani lanciato a rete. Se, come affermato dal tecnico ticinese un paio di giorni or sono, nessuno aveva messo sotto nel gioco i suoi, ecco che quest’oggi, almeno per ciò che concerne la prima frazione, è accaduto proprio il contrario.

I padroni di casa iniziano la ripresa sugli stessi binari della prima parte: possesso palla per aprire gli avversari e colpirli con azioni ben manovrate. Così facendo si arriva al 51′ e al raddoppio zurighese, una vera perla firmata Frey. Il centravanti elvetico riceve palla sui trenta metri, senza venir contrastato da Daprelà effettua un paio di passi in avanti e fa partire un destro strepitoso che termina all’incrocio dei pali. Da Costa è assolutamente incolpevole su questo gioiello del 9 tigurino. Un gioiello che già sin d’ora si candida a gol del mese di ottobre. La squadra di casa, forte del doppio vantaggio, controlla a suo piacimento, mentre gli ospiti non hanno la forza di reagire. Se non quando il cronometro segna il minuto 71: un po’ per caso, Gerndt si trova la palla giusta per poter dimezzare lo scarto. Lo svedese si allunga alla perfezione su un cross di Junior (entrato al posto di un Golemic in chiaro debito d’ossigeno e parecchio in ambasce), è pronto a esultare, ma l’urlo è strozzato in gola da una super-parata di Vanins che impedisce al nordico di aumentare il suo bottino personale e far tornare i suoi in partita. Gol fatto, gol subito? Nel calcio è questa la regola non scritta che spesso si rivela più efficace di quelle inserite nei libri. Fortunatamente, però, stavolta la “frase fatta” non diventa reale, perché Da Costa devia in tuffo un tiro a giro di Voser. Con lo Zurigo che ha rallentato, e di parecchio, la propria proiezione offensiva, limitandosi a controllare il risultato, il Lugano cerca almeno di proporsi dalle parti di Vanins. L’infaticabile Mariani è il giocatore più ispirato e dal suo destro fatato parte un tiro su cui il portiere di casa risponde presente. Il colpo di testa centrale di Junior fa poi solamente il solletico allo stesso Vanins. Troppo poco per una formazione (quella sottocenerina) sfiduciata, alla quale il pomeriggio sulle rive della Limmat ha portato in dote un’involuzione nel gioco e ha confermato l’insicurezza mostrata in questo impegnativo periodo. I biancoblu calano il tris in chiusura di match e abbelliscono il risultato con un’incursione di Pa Modou su cui Yao fa una figura barbina, lasciandosi scappare il neo-entrato esterno guineano.

Quattro sconfitte consecutive in campionato, sei nelle ultime sette disputate. L’unica, risicata, vittoria è giunta all’ultimo respiro in quel di Köniz nel secondo turno di Coppa. Questo il bilancio, assai negativo, dei bianconeri nel secondo tour de force della stagione. Il contemporaneo successo del Thun sul Lucerna lascia il Lugano all’ultimo posto in solitaria. L’inversione di tendenza tanto attesa non è arrivata nemmeno oggi. Anzi, al Letzigrund sono stati fatti dei passi indietro. La classifica piange, eccome se piange. Otto punti in dieci partite corrispondono a una media da retrocessione. Sarà anche presto per fare tali calcoli, ma una domanda sorge spontanea: come reagirà la piazza luganese a questa ennesima débâcle dei propri beniamini?

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