RSL, Lugano-Zurigo, Fabio Celestini: «In questo secondo periodo i risultati conteranno ancora di più delle prestazioni»

scritto da Claudio Paronitti

Andato in archivio senza intoppi il penultimo allenamento collettivo della settimana, è arrivato il classico momento del venerdì, quello riguardante la conferenza stampa di presentazione del prossimo appuntamento in programma per la rosa bianconera

A due giorni dal match casalingo con lo Zurigo, mister Fabio Celestini prova a inquadrare la situazione attuale della sua squadra, che ha trascorso la sosta dedicata alle selezioni nazionali con un po’ di tranquillità in più a seguito dell’ultimo successo esterno a Sion. Ecco argomenti e dichiarazioni del condottiero luganese, pronto e carico a dare il via al secondo «tour de force» di questo autunno.

La sosta – «A livello tattico, mentale e fisico abbiamo lavorato ottimamente. Al di là dei risultati, la squadra ha sempre fatto bene. Va bene il contenuto, ma in questo secondo periodo dovremo conquistare dei risultati positivi».

Lo Zurigo – «È una formazione che non sta facendo poi così male. Ha subito delle sconfitte pesanti, ma, vedendo bene le partite, a parte i gol, non è un gruppo “malvagio”. Domenica la vedo come una sfida da 50 e 50».

La partita – «I tigurini hanno sì un po’ di ansia quando vanno sotto nel punteggio. Segnare per primi sarà importante per mettere a posto la classifica. Loro sanno che, chiudendosi in difesa poi, potrebbero farci male».

Le difficoltà – «Contro chi non “fa gioco” fatichiamo, sì. Ma, se osserviamo la partita con il Sion in casa non è stato così. È però molto più difficile trovare varchi contro squadre chiuse e compatte. Capisco la gente che si innervosisce un po’ quando non proponiamo centri dalle fasce, ma noi là davanti, a parte Čovilo, non abbiamo dei giganti».

Alexander Gerndt – «È un giocatore che, a livello di spirito, è fondamentale per i compagni che giocano con lui. Chi giostra dietro, sa che possono contare su un elemento che si muove su tutto il fronte d’attacco come Alex».

Il click mentale – «Io so cosa pensano i ragazzi, ma il modo in cui abbiamo lavorato ultimamente non è cambiato. Gli unici dubbi erano quelli riguardanti le poche reti messe a segno. Vincere a Sion è risultata una grande autostima. Un conto è parlare bene e un altro guardare la realtà in faccia. Il gruppo era consapevole delle sue capacità. E lo hanno dimostrato con una lettura eccezionale».

I tre elementi migliori – «Al momento ci sono Noam Baumann, che cresce costantemente ogni giornata, Mijat Marić, il quale sta indicando la via ai compagni, e Jonathan Sabbatini, che sta giocando in maniera allucinante come playmaker. Il capitano sta dimostrando di essere determinante, come gli altri due citati. Dopo Basilea avevo qualche dubbio sugli uomini che ho a disposizione. In seguito, mi hanno mostrato i loro valori. Nei momenti difficili o ti dividi o ti unisci. Noi abbiamo scelto la seconda opzione».

I cambiamenti – «A Zurigo abbiamo giocato con tre-quattro nuovi elementi. A Thun ho osservato un primo tempo fantascientifico. Non siamo coerenti in ciò che diciamo. Se non vinco, cerco di trovare delle soluzioni. Ma come posso cambiare quando si conquistano delle vittorie importanti? Ora, può darsi che la gli interpreti risultino simili a quella dell’anno scorso. Partita dopo partita siamo riusciti a creare e subire poco. Non per nulla siamo la miglior terza difesa del campionato, come la stagione passata».

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