RSL, San Gallo, quella rete quasi stregata

scritto da crisco

Crea tantissimo, segna pochino. Statistiche alla mano, con i cinque incontri con cui finora ha riempito l’archivio della stagione in corso, il San Gallo di Peter Zeidler ha sostenuto l’operazione cannoneggiamento contro le porte avversarie in ben 67 occasioni violando la porta avversaria soltanto in sei occasioni; per chi ha amore per le percentuali, si tratta di un 8,95 per cento, meno del dieci.

Il tiro al bersaglio più elevato si è registrato nelle sfide contro Basilea e Young Boys, quindici conclusioni per gara, poi, in climax discendente, si accomodano poi le 14 contro lo Zurigo, le 13 per cercare di archiviare con le campane a festa la giornata inaugurale contro il Lucerna e le dieci dirette contro il sette del Neuchâtel Xamax. Non vi è dubbio, i biancoverdi con le propensioni offensive hanno una confidenza ad alto voltaggio: tredici i calciatori che hanno cercato finora la gloria sottoforma di rete da consegnare ai bei ricordi personali, alla squadra per fare massa preziosa in classifica, e alle statistiche che affacciano il volto fuori dalla porta ogni fine stagione.

Non è un caso che il tiratore con il pungiglione più carico sia stato Cedric Itten, autore finora di tre delle sei reti, ovvero la metà, con cui il San Gallo ha riempito la casellina gol all’attivo; i suoi tentativi sono stati ben 15, ma anche Ruiz si è difeso egregiamente con i suoi undici con una traversa colpita che profuma di rimpianto, poi via via brillano Kutesa con nove tentativi, Guillemenot con otto, Costanzo e Quintillà con 5, Gortler con quattro, Babic e Bakayoko con due, e Muheim che ha tentato il colpo in una sola occasione. Insomma, è un San Gallo operaio che finora pare avere raccolto assai meno di ciò a cui potesse aspirare.

I punti in cassaforte sono cinque e il saldo tra perforamenti in porte altrui e palle raccolte in fondo alla porta ha il segno meno davanti; sei contro nove. Lo aveva anche lo scorso campionato a quest’ora quando dopo cinque sfide il conto era sette bersagli contro otto reti subite. Ma allora i punti erano due in più, sette. La squadra di Peter Zeidler, insomma, viaggia nella parte meno nobile della graduatoria perché non ha saputo finora capitalizzare a dovere quanto creato. Le frequenti propensioni in attacco non danno conto di un sodalizio che soffra di sindrome da offensiva ma esattamente il contrario. Ecco perché vederlo in quella scomoda situazione di graduatoria stupisce.

Come stupisce il fatto che sul campo amico del “Kybunpark” contro Lucerna e Young Boys non sia riuscito a mettere in cassaforte almeno un punto; contro la compagine di Haberli la propensione al tiro era stata costante e non premiata dal gol, contro i gialloneri di Gerardo Seoane ha invece pesato l’ingenuità di non tenersi stretto con i denti un pareggio che pareva cosa fatta dopo l’impresa di realizzare la metamorfosi dallo 0-2 al 2-2. E peraltro non con una formazione di secondo piano ma con i due volte campioni in carica.

Da mandare in fotocopia, per Zeidler, ci sarebbe magari il San Gallo di Basilea uscito a braccia levate con merito illuminato da un Cedric Itten che ne potrebbe rappresentare la miniera d’oro. La spedizione vittoriosa del primo turno dell'”Helvetia Cup” contro il Monthey con un eloquente 4-1 potrebbe rappresentare per i sangallesi l’avvio di un’inversione di tendenza che li porti ad alzare la percentuale del realizzato rispetto al prodotto? Non resta che assistere al prosieguo del film. Il calcio è bello perché le trame non sono mai in fotocopia di loro stesse.

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