RSL, un Lugano senza aggressività viene surclassato da un solido YB

scritto da Claudio Paronitti

La doppietta di Nsamé, unita alla marcatura di Assalé, e congiunta alla sciocchezza di Junior, manda in vetta alla classifica lo Young Boys, che surclassa in tutto e per tutto un Lugano mai in partita, troppo passivo e per nulla aggressivo

Come avevamo cercato di anticipare nell’anteprima dell’incontro, per sopperire all’assenza forzata di Mariani, mister Tami si affida all’esperienza di Ledesma a dirigere la squadra. Un po’ a sorpresa, il sacrificato di turno è Piccinocchi, sostituito da Vécsei. Là davanti, al fianco dell’ex di giornata Gerndt, agisce il brasiliano Junior. Un piccolo turnover quindi all’inizio di un vero e proprio tour de force che attende i bianconeri nelle prossime tre settimane.

La difesa è l’unico reparto nel quale giostrano i soliti tre inamovibili: Rouiller, Sulmoni e Golemic. Trascorrono sette minuti, quando il centrale ticinese si fa anticipare da Nsamé, il quale si porta avanti il pallone di petto e scaglia subito un destro che Da Costa accompagna sul fondo. È la prima fiammata della sfida. A cavallo del decimo, i luganesi si fanno vedere dalle parti di Von Ballmoos con due zuccate di Rouiller. Decisamente più pericoloso il primo colpo di testa, che costringe l’estremo difensore dell’YB a un goffo intervento in corner. Nel calcio di oggi, dove la maggior parte delle segnature giungono da situazioni da palla ferma, tali occasioni possono risultare determinanti nell’economia di un match. Non è un caso se le chances che i sottocenerini cercano inizialmente di procurarsi arrivino proprio così.

Man mano che il tempo passa, il ritmo della partita rimane basso e le occasioni da gol latitano. Al 17′ i gialloneri si creano una buona opportunità con Sulejmani che dal centro dell’area calcia addosso a un eroico Ledesma. Sulla respinta, la sfera se la accaparra Hoarau che tira debolmente tra le mani di Da Costa. Sette minuti più tardi, Nsamé prova una semi-rovesciata più spettacolare che efficace. Il pallone finisce infatti alto. Poco prima della mezz’ora Sanogo dai ventidue metri fa partire un velenoso sinistro, deviato anche da Vécsei, sul quale Da Costa si fa trovare pronto respingendo in calcio d’angolo. Questo sì, è il primo vero pericolo del pomeriggio.

Un’altra deviazione, stavolta di un difensore di casa su calcio di punizione di Sabbatini, mette i brividi ai tifosi bernesi. Fortunatamente per il Lugano, i vari Hoarau, Fassnacht e Bertone non riescono a incidere, risultando impalpabili. Sulla sponda opposta, poca visibilità per le due ali Mihajlovic e Crnigoj, più confrontati a difendere le possibili sgroppate dei rispettivi contendenti che a offendere. Così, arriva il turno di Nsamé. Il capo-cannoniere dell’ultima stagione di Challenge League infila, a meno di tre minuti dalla fine della prima frazione, il punto del vantaggio per i suoi. Un punto un po’ fortunato, perché sul corner calciato da Sulejmani il pallone si ferma proprio al limite dell’area piccola tra una selva di gambe. Il francese si gira con estrema velocità e buca la rete. Gli ospiti, non incisivi come al solito, devono giocoforza cambiare atteggiamento nella ripresa, mostrando quella cattiveria agonistica venuta meno nella prima parte di gara.

La ripresa inizia come peggio non poteva. Nemmeno trenta secondi sul cronometro e Junior interviene in maniera assolutamente assurda su Nuhu. Una sciocchezza a gamba tesa che lo fa tornare direttamente negli spogliatoi. Un cartellino rosso che, per come si è messo l’incontro, fa ancora più male, se si pensa che il Lugano deve rincorrere il risultato. Al 54′ mister Tami effettua i primi due cambi della partita, con Marzouk che prende il posto di Vécsei e Piccinocchi che torna nel ruolo di regista costringendo a uscire uno spento Ledesma, al quale manca il ritmo partita e solo con il tempo lo ritroverà.

L’espulsione influisce, eccome, sulle energie degli ospiti. E questo potrebbe tramutarsi in un rigore per una trattenuta evidente di Mihajlovic su Assalé, che ha sostituito Hoarau a inizio ripresa. Un penalty solare, che però il direttore di gara non concede. La conferma della giornata non proprio favorevole dell’esterno destro bianconero arriva proprio da questo episodio, per sua fortuna non sanzionato. Trascorrono però pochi minuti – siamo al 66′ – e lo Young Boys chiude definitivamente l’incontro. È ancora Assalé a rendersi protagonista, con un’incursione in area e con un destro che fulmina un incolpevole Da Costa. Nsamé confeziona anche la doppietta personale con una botta di destro da centro area su cross di Fassnacht.

Negli ultimi venti minuti di partita lo Young Boys controlla a proprio piacere la contesa, senza forzare più di quel tanto. Il Lugano non ne ha più e più i minuti passano, più sembra assistere a una specie di agonia non voluta. Il rosso a Junior ha scombussolato, e di parecchio, i piani tattici che mister Tami aveva di sicuro previsto nel corso del quarto d’ora di pausa. In conclusione, un brutto ko, contro dei gialloneri decisamente di un altro pianeta, in particolar modo sotto il punto di vista fisico. Quest’oggi i bianconeri hanno mostrato il lato peggiore di sé stessi, mancando parecchio di aggressività e agonismo. Per considerarlo un semplice incidente di percorso occorrerà reagire, a partire già da subito, momento in cui i ticinesi dovranno iniziare a pensare all’accoglienza che troveranno nel catino infernale degli israeliani dell’Hapoel Beer Sheva.

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