RSL, Young Boys, Christoph Spycher: «Cerco sempre di imparare da chi mi circonda, facendo tesoro delle esperienze vissute»

scritto da Claudio Paronitti

Christoph Spycher – © BSC Young Boys

Dopo appena quattro turni lassù, in cima alla classifica di Raiffeisen Super League ci sono sempre loro, Young Boys e Basilea, con 10 rispettivamente 9 punti conquistati

I duplici campioni svizzeri in carica, che hanno spezzato l’egemonia dei renani dopo sette stagioni filate e conquistato gli ultimi due titoli nazionali, devono molto dei loro successi a Christoph Spycher, ex calciatore e ora direttore sportivo proprio del club bernese.

Intervenuto alla trasmissione Heimspiel, der Fussball-Talk, andato in onda come di consueto ogni domenica sera dopo le tre sfide di giornata della massima serie sulle frequenze della pay-tv Teleclub Sport, il 41enne ha argomento diversi aspetti del suo lavoro. Ecco, di seguito, i punti principali.

L’esperienza – «Personalmente, cerco sempre di imparare dalle persone che mi circondano. Le buone esperienze le “porto con me”, mentre per ciò che concerne quelle negative so dove non agire».

Il lavoro quotidiano – «Ho tantissimo rispetto riguardo il lavoro che sta svolgendo lo staff con la squadra. Se guardiamo al gruppo che ha vinto il titolo nel 2018, al momento ci mancano quasi tutti di elementi. Naturalmente abbiamo potuto acquistare dei buoni giocatori, ma quando guardo alla crescita collettiva, come lavorano in sintonia lo staff e i calciatori e in quale modo crescono settimana dopo settimana, ecco, posso solo dire di essere felice. Garantire lo sviluppo del team è il compito affidatomi dalla dirigenza, che ha riposto fiducia nella mia persona. A causa dei numerosi cambiamenti, quest’oggi non siamo ancora al livello dello scorso anno. È un qualche cosa di assolutamente normale».

Il mercato – «La finestra di mercato della scorsa stagione è stata speciale per via della disputa del Campionato del Mondo e non giunse nel momento ideale. Tuttavia, non si può eternamente rinviare la composizione di una squadra alla sessione invernale. Non ci sono alternative. Ad esempio, se si vende un giocatore del valore di otto-dieci milioni, è chiaro che non si può rimpiazzare con un elemento da 800’000-1 milione. È un cruccio a cui ogni società deve confrontarsi. Lo scopo, quando si acquista un calciatore, è di farlo crescere costantemente, settimana dopo settimana. È così che funziona».

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