Scatta oggi l’Euro 2016 della Svizzera. Il punto della situazione di chalcio.com

scritto da Redazione

DSC_0948Essere o non essere? Le aspettative intorno alla Nazionale Svizzera sono alte. Forse troppo. Giusto che lo siano, ma capire dove eravamo rimasti e dove siamo ora è forse il punto di partenza per poi tirare delle conclusioni. Per il popolo sempre più chiacchierone del calcio, la Svizzera resta sulla sfortunata eliminazione dal mondiale brasiliano per mano di un’Argentina non trascendentale che ha sfruttato un errore per qualificarsi e che ha infranto un sogno divenuto quasi realtà. Dove siamo? Semplice: sicuramente ancora qualificati per una manifestazione importante quale un campionato d’Europa, al quale si torna dopo la delusione del torneo austro-svizzero del 2008. Sicuramente presenti con la forza di un movimento (giovanile) che ha pochi eguali nel continente e che viene (per fortuna?) ancora ignorato. La nazionale che si presenterà in Francia ha radici che arrivano dall’elevata qualità della formazione che in Svizzera ha fatto passi da gigante non solo a livello organizzativo ma in definitiva anche in tema di assoluto livello. Come si lavora in Svizzera è sempre più oggetto di interesse anche da parte di paesi calcisticamente più “potenti”. Il segreto è però molto semplice ma nella propria genuinità non applicabile in paesi nei quali dal dizionario è stato stravolto il significato di pazienza. La nazionale è solida, forse ancora alla ricerca di un equilibrio difensivo adeguato all’entità del progetto, ma in definitiva matura per poter stupire ancora una volta. Ci sono alcuni dubbi – il primo legato al recupero veloce di Breel Embolo – che mettono in discussione quanto il tecnico Vladimir Petkovic sarà capace di mettere di proprio dopo aver vissuto di rendita sul lavoro dei suoi predecessori. Il tecnico non ha sin qui convinto nella gestione delle partite e la lettura di alcune situazioni è sembrata anche approssimativa. Di certo, Petkovic ed il suo staff non sembrano condizionabili e questo infine comporterà che il risultato (positivo o negativo) della spedizione sarà imputabile esclusivamente a scelte volute.

Qualificazioni

L’eliminazione da Brasile 2014 per mano dell’ Argentina ha riconsegnato alla Svizzera la consapevolezza che la strada intrapresa fosse quella giusta. Mettici anche il calendario abbordabile e la qualificazione agli Europei è diventata più agevole del previsto. I rosso-crociati hanno perso il doppio confronto con l’Inghilterra entrambe le volte col risultato di 2:0. Con la Slovenia a Maribor, Seferovic e compagni sono usciti sconfitti per 1:0, mentre in terra elvetica hanno vinto per 3:2, in rimonta dopo essere stati sotto di due reti. Nei doppi scontri con Estonia, San Marino e Lituania gli uomini di Pektovic hanno saputo portare a Berna 18 punti: sinonimo di qualificazione. La vittoria più alta nelle qualificazioni dei rosso-crociati è stata quella del 9 ottobre, quando hanno sconfitto per 7:0 il malcapitato San Marino.

Allenatore

Vladimir Pektovic ha affinato la sua fame internazionale grazie all’esperienza sulla panchina della Lazio, con la quale ha vinto il suo primo trofeo: la Coppa Italia nel derby di Roma nel maggio 2013. Il resto della carriera del CT Svizzero è poco conosciuto ai più: ha allenato solamente in Svizzera partendo dal Bellinzona, fino a salvare il Sion nei playout. Hanno fatto particolarmente discutere le scelte di “Vlado” per la missione in Francia: il 52enne ha scelto di non convocare il capitano rosso-crociato Gokhan Inler a causa delle poche presenze con il club. L’obiettivo dichiarato è quello di andare oltre ai gironi: tabù storico per i biancorossi nella loro storia degli Europei. La Nazionale Elvetica somiglia tanto al suo condottiero: grinta e sacrificio (vedi vittoria con la Slovenia) e l’impressione è quella che Pektovic potrebbe anche alzare l’asticella una volta passati i gironi. Il tecnico originario di Sarajevo guiderà la selezione rossocrociata anche nelle qualificazioni per i mondiali del 2018. In merito al rinnovo del contratto, il numero uno dell’ASF, Peter Gilléron, ha dichiarato: “in seguito alla qualificazione agli europei del 2016, entrambe le parti hanno manifestato l’interesse a proseguire il rapporto di lavoro.” Il nuovo contratto sarà valido quindi almeno sino al 2017 e rinnovato automaticamente in caso di qualificazione ai mondiali russi dell’anno successivo.

Squadra

Il commissario tecnico parrebbe avere l’intenzione di schierare Sommer tra i pali, supportato dal pacchetto difensivo composto da Rodriguez, Djorou-Schär e Lichsteiner. La linea mediana dovrebbe avere muscoli, corsa e tecnica con Behrami, Xhaka e Dzemaili. A meno di clamorose sorprese il CT dovrebbe puntare su Mehmedi, Seferovic davanti alla fantasia di Shaqiri. Nella sostanza – scremato il contributo di Inler – nulla di nuovo è sembrato esser preso in prima considerazione.

Xhaka

Stelle

Composta globalmente da atleti di medio-alto livello, la Svizzera può però contare su due elementi che si distinguono per qualità tecniche e varietà del proprio repertorio personale: Xherdan Shaqiri e Granit Xhaka. Entrambi di origine kosovara, sono cresciuti, manco a dirlo, nel settore giovanile del Basilea, società monipolizzatrice del massimo campionato elvetico e sempre attenta alla formazione e alla gestione dei propri giovani talenti.

Shaqiri, classe 91’, è un rapido e sgusciante esterno offensivo, sistemato a sinistra nel 4-3-3 di Vladimir Petkovic. Nonostante sia alto solo 169 cm, Shaqiri sa farsi rispettare pure fisicamente. Ama puntare l’uomo per poi accentrarsi per far male col suo ottimo sinistro. In carriera, dopo la squadre renana, ha disputato 52 confronti con i campioni di Germania del Bayern Monaco, non riuscendo a conquistare un posto fisso nonostante gli undici gol messi a segno e delle buone prestazioni. Nel gennaio del 2015, cercato da Roberto Mancini, si trasferisce in prestito all’Inter, ma la sua avventura in neroazzuro non sarà molto positiva. Dopo qualche mese passa allo Stoke City, che per le sue giocate decide di fare follie spendendo la cifra record (per il club) di 17 milioni di euro. Non noccioline. Con i “Potters” Shaqiri riesce finalmente a scendere in campo con regolarità. Disputa 31 partite ufficiali, mettendo a referto 3 gol, 6 assist e – secondo i suoi colleghi – la rete più spettacolare del campionato della sua squadra. Insomma il talento c’è, eccome, ma sembra essere ancora parzialmente inespresso. Quando indossa la maglia della “Nati”, però, è lui il pericolo numero uno per le retroguardie avversarie. A testimoniarlo sono i numeri: 51 presenze, 17 gol e 13 assist.

Xhaka, classe 92’, è un mediano dagli ottimi piedi che non disdegna la fase di copertura. Saranno i suoi piedi, vista l’assenza di Inler – poco impiegato nel Leicester dei miracoli – che daranno il via alle principali azioni rossocrociate. Per gli addetti ai lavori, è sicuramente il giocatore del momento: per lui si è scomodato l’Arsenal che per strapparlo al Borussia Mönchengladbach, squadra di cui è il perno fondamentale, ha sborsato qualcosa intorno ai 50 milioni. Xhaka, si è trasferito dal Basilea al club tedesco nel 2012, che con pazienza l’ha trasformato in un top player. Ben 140 partite sono le partite disputate in Bundesliga in tre anni. Protagonista lo è pure in Nazionale: 31 presenze 5 gol e 6 assist è il suo bottino.

Prospettive

Intervenuto alla Swiss Football Award Night di Lucerna al momento di designare il Dream Team di Super League, Vladimir Petkovic ha svelato la sua ricetta per formare una squadra vincente. “Ci vogliono undici individualità forti – ha spiegato il selezionatore rossocrociato – che accettano certe regole, che si aiutano uno con l’altro e che dimostrano carattere anche quando le cose non vanno bene”. Il minimo sindacale richiesto dal tecnico ad un professionista convocato per giocare con la propria nazionale è quello di adeguarsi alle necessità tematiche di una spedizione a tempo determinato.

“All’Euro abbiamo obbiettivi graduali: qualificarci dopo due partite e battere la Francia per vincere il gruppo, superare gli ottavi e il terzo obbiettivo è una sorpresa”. Questo è Vladimir Petkovic: allenatore al quale si può contestare qualche scelta tattica ma senza il diritto di rimproverargli mancanza di ambizione. Oggi però questo blocco è atteso ad un grande risultato: le credenziali per stupire sono le stesse di due anni fa con l’aggiunta di esperienza accumulata dai convocati con le rispettive squadre di club e con la continuità garantita dal programma di avvicinamento all’Euro francese. La sensazione che la Svizzera arriverà in Francia accompagnata dal massimo rispetto delle avversarie si è gradualmente trasformata in certezza. I giochi sono infatti più aperti di quanto ci si possa immaginare.