Sion, profumo di Challenge …

scritto da Pier Luigi Giganti

A forza di giocare con il fuoco si rischia di prendere una brutta scottatura. Il Sion di Constantin ha l’abitudine di rivoluzionare la squadra ogni sei mesi e quest’estate non è stata differente.

Sedici arrivi, undici partenze con la fissazione presidenziale di far fuori i giocatori che per la prima volta nella storia dei vallesani si erano arresi nella finale di Coppa. L’ormai consueto cambio di allenatore con il relativamente inesperto Tramezzani arrivato in estate e il principiante Gabri subentrato appena quattro mesi più tardi.

Dopo il cocente 5-1 del Sankt Jakob non c’è soltanto l’ultimo posto in classifica a preoccupare i tifosi biancorossi. I numeri dicono tutto: peggior attacco, penultima difesa (dietro al San Gallo) e peggiore differenza reti.

Insomma, gli ingredienti per tornare ad assaporare il clima non particolarmente piacevole della Challenge League, a distanza di più di dieci anni, ci sono tutti.

Come se non bastasse la situazione deficitaria sul terreno da gioco, si moltiplicano gli episodi non particolarmente beneauguranti anche al di fuori di esso. L’ennesimo affare Constantin (botte a Fringer) ha avuto eco in tutto il continente, il manipolo di poco illuminati che ieri han pensato bene di entrare in campo al Sankt Jakob per farsi giustizia dopo il furto degli striscioni non contribuisce certo a riportare la serenità.

Di qui alla pausa invernale l’undici del Tourbillon giocherà due spareggi (contro Thun e Lucerna) e un paio di scontri con formazioni più tranquille ma non imbattibili (San Gallo e Grasshopper). Sette punti sono un must per evitare un Natale da brividi nel capoluogo vallesano.

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