Un ingegnere di Busto Arsizio viene mandato negli Stati Uniti: lo scopo è quello di riuscire a portare in Italia un giocatore di basket, militante del Black Power. Per molti si tratta di un film politico forzato. Per taluni, questa pellicola di Nanni Loy è un autentico capolavoro. Mette tutti d’accordo catalogarlo come film di denuncia. Indubbiamente anti-americano, ma al tempo stesso critico nei confronti dell’ignoranza italiana. Ce n’è per tutti insomma, ma soprattutto c’è la scena finale che riassume quello che ha saputo essere Paolo Villaggio prima e dopo la parentesi fantozziana. Dopo la morte del giocatore di colore, Giovanni Bonfiglio (Villaggio) prende il volo per tornare in Italia. Sull’aereo chiede cos’ha fatto il Torino. Chiede anche se Pulici avesse giocato. Il resto è tutto in QUESTO BREVE VIDEO. Eredità per pochi eletti.
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