SL come Super League e…come sogno Losanna?

scritto da crisco

S e L come Super League. Ma forse anche come “sogno Losanna”. Quello di risbarcare sul pianeta più luminoso dell’universo calcistico rossocrociato con la navicella della determinazione e dei risultati messi in evidenza finora. Si sogna in grande alla “Pontaise”.

E lo si fa a ragion veduta, visto che l’esordio stagionale è stato splendido splendente. Un inizio con divisione della posta al “Lipo Park” con lo Sciaffusa, poi tre avversari stesi senza convenevoli, Chiasso, Winterthur e Kriens. E i soli gialloneri, nella giornata d’avvio, sono riusciti nell’impresa di violare la porta di un Thomas Castella , professione portiere, che ha vissuto in quasi totale beatitudine dovendosi appunto chinare per raccogliere la sfera oltre la linea bianca della sua porta in sole due occasioni. E intanto, là davanti, i suoi compagni di squadra fanno i cecchini e benone. Lo hanno fatto per l’esattezza quindici volte quindici, sei in più dello scorso campionato dove i punti erano gli stessi dopo il segno ics del primo atto con il Kriens e i tre canti di vittoria intonati con Vaduz, Chiasso e Rapperswil Jona.

La matematica non mente, ritornando con lo sguardo a questo campionato. E dice con l’eloquenza di un oratore dell’antica Roma che la differenza reti è pari a meno tredici, quindi assai elevata. La messe di gol è abbondante, il granaio è pieno e lo si deve soprattutto a due talentuosi lavoratori della sfera di cuoio che con essa ci parlano alla perfezione riuscendo quasi sempre a persuaderla a posizionarsi laddove il portiere avversario non può fare più nulla. Il primo di nome fa Aldin e di cognome Turkes e, prima in forza al Rapperswil Jona, si è già regalato quattro volte il piacere di gridare gol; il secondo all’anagrafe è Andi Zeqiri e si è tolto questa soddisfazione per un egual numero di volte. Più della metà delle reti losannesi è insomma attribuibile alla premiata ditta. Che poi anche Nganga, Flo, Dominguez, Pasche e Monteiro abbiano deciso di iscriversi al club dei goleador losannesi è tutto grasso che cola. Ora che è in alta quota, il Losanna è chiamato a tenere dritta la barra della concentrazione, perché scivolare, anche nel calcio, è questione di una frazione di microsecondo.

I vodesi hanno un ricordo non proprio luccicante dell’andamento finale dello scorso campionato quando, negli ultimi nove turni, si giocarono quel “barrage” che sembrava già poter essere nelle loro mani. Il Winterthur, secondo dietro il Servette, aveva avuto un calo di zuccheri e quindi la compagine di Giorgio Contini sembrava poter avere in tasca il supplemento di campionato con vista possibile sulla Rsl. Ma non aveva fatto i conti con un sodalizio che comincia per A e finisce per U. Si intuisce subito, ma unendo l’alfa e l’omega salta fuori il nome Aarau. Bene, a partire dal turno numero ventotto ovvero dal quarto giro di campionato, gli argoviesi, che non erano certo partiti stile mille e una notte, non ne steccarono una che una; addomesticarono infatti nell’ordine Vaduz (3-0), Wil (4-0), sua maestà di allora il Servette e per giunta a Ginevra (2-1), Losanna (3-0), Sciaffusa (2-1), Chiasso (1-0) e Rapperswil Jona (stesso punteggio). E quando si concessero , per così dire, una “pausa di relax” si contentarono del pareggio con Kriens (2-2) e Winterthur (idem).

Il Losanna dovette invece fare i conti con due incidenti di percorso, uno, appunto, in terra argoviese che fece cominciare a fiutare il pericolo di vedersi scivolare la seconda piazza tra le dita; il secondo, invece, contro il Servette (1-3) diede la certezza che per i sogni di gloria si doveva aspettare. Il “barrage” finì nelle mani di Neumayr e compagni che poi si rovinarono una festa già pronta nella sfida di ritorno facendosi restituire dal Neuchâtel Xamax lo 0-4 con rigori annessi che gli avevano rifilato all’andata alla “Maladiere”. Ma questa è un’altra storia. Morale, ce la farà quest’anno la compagine di Contini a non lasciarsi sfuggire l’occasione? Prestissimo per dirlo quando ci sono ancora oltre tre quarti di campionato che attendono di essere celebrati. E con il Grasshoppers di Uli Forte ad alitare sul collo più Wil e Winterthur che hanno cominciato con i giri di motore giusti, anche se la pattuglia di Ralf Loose proprio contro il Losanna è andata incontro a una Caporetto di proporzioni tennistiche.

Il Losanna, tanto per far entrare la storia dalla porta, non siede più su una delle poltrone principali del salotto elvetico dal 2017-18 quando giunse ultimo in Rsl con 35 punti a meno quattro dal Grasshoppers e dovette mestamente scendere in Brack. Potrebbe questo essere l’anno del rilancio per un sodalizio che annovera nella sua bacheca dei ricordi ben ette titoli nazionali, l’ultimo nel 1964-65 con Roger Reymond in panchina, e nove “Helvetia cup”, l’ultima nel 1998-99 allorché la parte tecnica era di competenza di Pierre Andrè Schurmann. Oltre che “Supe League”, Rsl potrà magari essere l’abbreviazione di “Sale Losanna” nel senso di promozione? Chi vivrà vedrà.

 

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