Tramezzani, il Lugano vale davvero così poco?

scritto da Giorgio Buzelli

Nel ‘lontano’ aprile 2017, le parole di Tramezzani erano “Professionalmente è importante dare continuità a quello che stiamo facendo. Voglio rimanere e iniziare una stagione dall’inizio. Rinuncerei a tutto pur di stare qui”. Quando un giornalista, nelle domande di rito post conferenza stampa, gli ha chiesto se fosse possibile sapere cosa è cambiato in poco più di un mese, il tecnico italiano ha risposto con un secco “no”, lasciando tutti un po’ sbigottiti.

Non sapendo cosa sia davvero cambiato, possiamo solo fare ipotesi leggendo tra le righe delle sue ultime dichiarazioni. Ha lasciato intendere che il suo obiettivo, a Lugano, era quello di salvarsi questa stagione e di puntare a qualcosa in più l’anno prossimo. La velocizzazione del raggiungimento degli obiettivi, anche più alti di quelli che probabilmente si era prefissato per questo biennio, lo ha spinto a credere di aver già dato tutto alla piazza bianconera, e di non poter fare più di così. Il discorso, probabilmente, ha senso: difficile pensare ad un Lugano che tenga testa al Basilea. Ma era proprio necessario, dopo soli 6 mesi di carriera da allenatore, abbandonare la piazza che ha creduto in lui e che gli ha consentito di affermarsi?

Credendo di aver spremuto a dovere la squadra e di aver raggiunto il massimo traguardo possibile, per il tecnico la risposta è ovviamente ‘sì’. Ma siamo sicuri che il Lugano che si costruirà per la prossima stagione, valga così poco? Ha deciso di abbandonare il gruppo nel momento più bello, di non vivere e toccare con mano l’Europa conquistata a fatica, per poter sfruttare la prima occasione di un buon contratto e volare via (Sion? YB?). Ha lasciato una piazza che aveva imparato ad amarlo, sedotta e abbandonata. Ha deciso di accettare le lusinghe si club più potenti e affermati, alla prima occasione disponibile: scelta che rispettiamo, ma che la piazza bianconera faticherà ad accettare. E chissà se, l’anno prossimo, il Lugano incontrerà durante il cammino il suo ex allenatore, che ha sentito la piazza bianconera troppo stretta per le sue potenzialità.

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