Giovedì pomeriggio, all’Azadi Stadium di Teheran, capitale dell’Iran, la notizia del giorno non è stata la passeggiata della nazionale di casa sulla Cambogia (letteralmente demolita per 14-0 con sette reti per tempo), bensì la presenza sugli spalti di migliaia donne, alle quali era finora vietato l’ingresso a impianti sportivi. Un tabù, atteso per troppo tempo, è finalmente caduto
Per la loro «prima» all’interno di uno stadio di calcio da quasi 40 anni a questa parte (!), non potevano mancare delle foto-ricordo per immortalare il momento storico che sta attraversando il Paese asiatico, almeno dal punto di vista calcistico.
La decisione di permettere alle donne l’ingresso agli stadi è stata presa negli scorsi mesi grazie a una specie di ultimatum rivolto dalla FIFA alla Federazione iraniana, la quale aveva vietato la visione dal vivo di incontri di calcio maschili.
Nonostante una tribuna dedicata a parte, le donne che hanno approfittato dell’opportunità sono state ben 3’500. Il contingente è andato a ruba in pochissimi minuti. Questo è stato il primo, importante, passo per uno dei tanti Paesi delle proibizioni nei confronti delle donne.
Per la 36enne Modschan la serata è stata una vittoria delle donne: «È stato al 100% un momento fondamentale», ha spiegato la ragazza all’agenzia AFP. Dal canto suo, la sociologa Mina ha asserito che «essere qui è stato assolutamente un nostro diritto e non un dovere». Anche la FIFA si è espressa, affermando che «è un passo in avanti molto positivo».