L’opinione più accreditata al momento dell’insediamento di Raphael Wicky sulla panchina del Basilea era che il vallesano fosse un po’ troppo bravo ragazzo per tenere a bada un complesso di elementi dalla personalità spiccata come quello rossoblù. E invece che cosa ti combina il quarantenne? Dopo essersi beccato due salutari ceffoni allo Stade de Suisse rivolta come un calzino il modulo della sua squadra, passando dall’ormai cloroformizzato 4-2-3-1 fischeriano alla difesa a tre. Nel far ciò sublima la fantasia di Elyounoussi per vie centrali piuttosto che sulle fasce e schiera due punte, dando l’opportunità a Bua (che infatti va in rete) di supportare il Lupo olandese.
Dà inoltre fiducia, oltre all’ex zurighese, a un altro giovane virgulto come Schmid, ma soprattutto spedisce in panchina un caratterino non certo docile come Taulant Xhaka.
Insomma: non certo decisioni di facciata prese da uno senza attributi. Ovviamente, il campionato è ancora agli inizi e ci vorrà un bel po’ di tempo per formarsi un’idea precisa sulle qualità di Wicky, ma l’inizio ci fornisce almeno interessanti spunti di discussione.