Wicky: bravo ragazzo o tecnico con gli attributi?

scritto da Pier Luigi Giganti

Foto dal sito ufficiale Basilea

L’opinione più accreditata al momento dell’insediamento di Raphael Wicky sulla panchina del Basilea era che il vallesano fosse un po’ troppo bravo ragazzo per tenere a bada un complesso di elementi dalla personalità spiccata come quello rossoblù.   E invece che cosa ti combina il quarantenne? Dopo essersi beccato due salutari ceffoni allo Stade de Suisse rivolta come un calzino il modulo della sua squadra, passando dall’ormai cloroformizzato 4-2-3-1 fischeriano alla difesa a tre. Nel far ciò sublima la fantasia di Elyounoussi per vie centrali piuttosto che sulle fasce e schiera due punte, dando l’opportunità a Bua (che infatti va in rete) di supportare il Lupo olandese.

Dà inoltre fiducia, oltre all’ex zurighese, a un altro giovane virgulto come Schmid, ma soprattutto spedisce in panchina un caratterino non certo docile come Taulant Xhaka.

Insomma: non certo decisioni di facciata prese da uno senza attributi. Ovviamente, il campionato è ancora agli inizi e ci vorrà un bel po’ di tempo per formarsi un’idea precisa sulle qualità di Wicky, ma l’inizio ci fornisce almeno interessanti spunti di discussione.

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